Proseguono nel corso di queste festività pasquali i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale etneo, in città e provincia, nell’ambito dell’operazione “Pasqua e Pasquetta sereni”, con l’obiettivo di garantire sicurezza a cittadini e turisti. Un focus particolare è stato dedicato, dai militari della Compagnia di Randazzo, all’organizzazione di mirati e capillari controlli alla circolazione stradale mediante l’impiego di pattuglie nei pressi dei principali snodi viari, per garantire l’incolumità di tutti gli utenti della strada, automobilisti e pedoni, contrastando le condotte di guida indisciplinate e, quindi, pericolose. In tal senso, i militari della Stazione di Linguaglossa, dislocati lungo la via Borgo di Piedimonte Etneo, hanno sorpreso un 26 enne del luogo che, a bordo della sua Alfa Romeo 147, sfrecciava ad alta velocità effettuando sorpassi pericolosi e invadendo la corsia opposta, tanto da costringere gli altri automobilisti ad effettuare brusche frenate per evitarlo.
La pattuglia lo ha subito fermato servendosi anche dei lampeggianti e sirene dell’auto militare, per interrompere quello slalom azzardato che avrebbe potuto mettere a repentaglio anche la vita dei passanti, visto che quella via, che funge da circonvallazione del paese, è sempre molto trafficata. Dopo aver accertato che il giovane non stesse guidando sotto l’influenza di alcool – l’etilometro ha dato esito negativo – i Carabinieri hanno proceduto a una perquisizione della sua auto, per verificare che non stesse trasportando droga o armi e, nel portaoggetti dello sportello anteriore lato passeggero, hanno trovato un coltello taglia pizza, con la lama seghettata. Nel vano porta bagagli, invece, sotto il pianale dove è alloggiata la ruota di scorta, era ben nascosto un altro coltello da cucina con la lama lunga 10 centimetri.
Il ragazzo, che non aveva alcun motivo di nascondere in auto ben 2 coltelli, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria perché la legge sul porto d’armi od oggetti atti ad offendere non considera soltanto le classiche armi da fuoco, ma anche le cosiddette armi bianche, come gli oggetti muniti di lama acuminata e, in generale, tutte le varie armi improprie. La norma, infatti, dispone che “senza un giustificato motivo” non possono essere portati fuori dalla propria abitazione strumenti da punta o da taglio atti ad offendere, tra i quali anche mazze, tubi, catene, fionde, bulloni, sfere metalliche, nonché qualsiasi altro strumento utilizzabile contro qualcuno. Diverso è il caso dei coltelli a scatto, il cui porto è vietato in modo assoluto, ovvero non può essere giustificato in alcun modo, per cui averli con sé significa rendersi responsabili del reato di “porto abusivo di armi”, punito non con una denuncia a piede libero, ma con l’arresto.
Anche un 40 enne catanese è stato denunciato per porto d’armi per cui non è ammessa licenza perché sorpreso, dall’Aliquota Radiomobile di Randazzo, con un coltello a serramanico nella giacca. In particolare, i militari lo hanno notato nei pressi di un distributore di benzina mentre si avvicinava agli automobilisti intenti a fare rifornimento, proponendo loro l’acquisto di calzini. Alcuni conducenti, inoltre, si erano rivolti ai Carabinieri riferendo di essere stati importunati dall’uomo, il quale era molto insistente. Scattato il controllo, il catanese in trasferta a Piedimonte Etneo ha riferito di essere giunto in paese mediante autostop deciso a vendere biancheria pur non essendo provvisto di alcuna licenza che permette di esercitare l’attività di venditore ambulante. Inoltre, quando i Carabinieri lo hanno perquisito, hanno trovato nella tasca del suo giaccone un coltello apribile con la lama lunga 8 centimetri e lui, per giustificarsi, ha raccontato di averlo trovato per terra poco prima, e di averlo tenuto per difendersi in caso fosse stato derubato.
I controlli per la salvaguardia della circolazione stradale si sono, infine, conclusi con la denuncia a piede libero di un messinese di 46 anni che, fermato a Castiglione di Sicilia a bordo di un’utilitaria, è risultato sprovvisto di patente di guida perché revocata in seguito ad un’ordinanza della Procura di Messina. L’auto, inoltre, era priva della prevista copertura assicurativa e, perciò, è stata sequestrata.