Giovanni Arigò, titolare della storica azienda Arigò Fireworks di Contrada Calorenne, è deceduto a seguito delle gravi ustioni riportate nell’esplosione avvenuta il 4 luglio a Santo Bordonaro. Arigò, 42 anni, sposato e padre di due bambini, è stato trasferito al Centro grandi ustionati di Genova con ustioni sul 90% del corpo, ma nonostante gli sforzi medici, non ce l’ha fatta.
L’esplosione si è verificata mentre Arigò stava lavorando all’interno di un piccolo bunker destinato alla lavorazione delle polveri pirotecniche. L’esplosione ha distrutto una struttura di venti metri quadri e ha coinvolto anche la madre e la sorella di Arigò, Giusi Costa e Cristina Arigò, che sono rimaste ferite con ustioni sul 30% del corpo e ricoverate rispettivamente all’ospedale Civico di Palermo e al Policlinico.
Giovanni Arigò aveva ereditato un’importante tradizione familiare nel campo dei fuochi d’artificio ed era molto stimato nella comunità, come dimostrano i numerosi messaggi di incoraggiamento sui social, tra cui quello del Nucleo diocesano di protezione civile, dove aveva prestato servizio come volontario.
In segno di omaggio, Francesco Forami, presidente del Comitato Vara e Giganti, ha annunciato che la Vara del 2024 sarà dedicata a Giovanni Arigò, in accordo con l’assessore Caruso, il sindaco e l’intera Giunta comunale.
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