Il processo d’appello legato all’operazione antidroga “Cotto o Crudo” si conclude con otto condanne, tutte ridotte rispetto al primo grado. L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Taormina, aveva svelato un vasto giro di spaccio di droga a Furci Siculo, portando a numerosi arresti nel febbraio 2023 con l’accusa di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

La Corte d’appello, presieduta da Francesco Tripodi con i giudici Luana Lino e Carmine De Rose, ha rivisto le condanne iniziali riconoscendo la lieve entità dei fatti contestati. Le pene inflitte sono state significativamente ridimensionate rispetto al giudizio di primo grado, tenendo conto di attenuanti e dell’entità minore dei reati accertati.

Carmelo Menoti, ritenuto il capo dell’organizzazione, è stato condannato a cinque anni, sette mesi e dieci giorni, una pena decisamente inferiore rispetto ai quindici anni inflittigli in primo grado. Anche gli altri imputati hanno visto ridurre le proprie condanne, con pene che oscillano tra uno e quattro anni.

Francesco Celi: 3 anni, 3 mesi e 10 giorni.
Paolo Grasso: 4 anni e 8 mesi.
Simone Triscari: 1 anno, 11 mesi e 10 giorni.
Alberto Ferraro: 2 anni, 6 mesi e 10 giorni.
Emanuele Impellizzeri: 2 anni, 3 mesi e 10 giorni (in continuazione con una precedente sentenza).
Giuseppe La Rosa: 1 anno, 6 mesi e 20 giorni.
Tamara Gugliotta: 1 anno, 6 mesi e 20 giorni.
Queste condanne, pur confermando la responsabilità degli imputati, risultano sensibilmente inferiori a quelle emesse in primo grado.

L’indagine “Cotto o Crudo”
L’operazione, denominata “Cotto o Crudo”, ha preso il nome dai termini utilizzati dagli indagati per riferirsi alle sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e crack. Nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri, oltre ai termini “cotto” e “crudo”, si faceva riferimento a “mezzo panino” o “birrette normali”, espressioni codificate per indicare quantità specifiche di droga da acquistare.

Il punto di riferimento del presunto giro di spaccio era l’abitazione di Carmelo Menoti a Furci Siculo, individuata come centro nevralgico dell’attività illecita. Gli investigatori hanno ricostruito le modalità con cui avveniva lo scambio delle dosi: spesso la droga veniva lanciata direttamente dalle finestre dell’appartamento, dove gli spacciatori la raccoglievano “al volo” per consegnarla ai clienti. Questi ultimi arrivavano in auto o a piedi, garantendo una dinamica rapida e difficile da intercettare.

Le indagini sono iniziate grazie alla denuncia di un genitore preoccupato per le frequentazioni della figlia. L’uomo, insospettito dal contesto in cui la giovane era coinvolta, si era rivolto ai carabinieri per chiedere aiuto. Da questa segnalazione sono partite una serie di operazioni di sorveglianza, pedinamenti e intercettazioni, che hanno consentito di chiudere il cerchio attorno agli imputati e al loro giro di affari.

L’esito del processo d’appello, pur mantenendo le condanne, riflette una prospettiva più attenuata rispetto al primo grado. La riqualificazione dei reati come di lieve entità dimostra l’importanza di valutare le circostanze specifiche dei singoli imputati e delle loro condotte. Tuttavia, l’operazione “Cotto o Crudo” ha fatto emergere un problema grave di spaccio radicato nel territorio, evidenziando la necessità di un continuo monitoraggio e intervento delle forze dell’ordine.

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