Letojanni. La dimensione surreale e complessa de “L’Isola e il tempo”, ieri pomeriggio la presentazione del libro di Claudia Lanteri

LETOJANNI. Un giallo letterario fuori da ogni canone e con una triplice forza: una struttura insolita, un ritmo serrato e una penna rara. Non capita spesso d’imbattersi in libri come “L’isola e il tempo” (Einaudi), opera d’esordio della siciliana Claudia Lanteri, che ieri pomeriggio è stata ospite del Circolo di lettura “Bianca Garufi” di Letojanni. In un’aula consiliare del Municipio cittadino gremita di pubblico, il componente del sodalizio culturale Giovanni Costa ha avuto l’opportunità di dialogare con la scrittrice, libraia di professione, su proposta della Libreria Motta, che ha sede a Belpasso ma che possiede una succursale anche a Letojanni, con la collaborazione del Comune. Un’intensa chiacchierata, intervallata dalle letture di Eugenio Mosca, nel corso della quale Costa ha sviscerato in parte il contenuto del testo, soffermandosi soprattutto sullo stile scritturale e sui temi, stimolando l’autrice con domande mirate e originali che hanno fatto viaggiare il pubblico in una dimensione surreale, precisamente in un’isola come Linosa, dove è ambientato il romanzo. Un’isola di origine vulcanica dalla bellezza selvaggia a sud della Sicilia, alle soglie degli anni Sessanta. Qui l’arrivo di un barchino verde con a bordo un naufrago stremato e il cadavere di una donna, sua moglie, fa da apripista ad una vicenda che rompe la quiete di quel mondo. Un evento, superato il quale, lentamente ognuno torna alla sua vita. Ma per il protagonista dell’Isola e il tempo quei giorni, e l’indagine che ne è seguita, sono una materia da raccontare per trent’anni a chiunque si prenda la briga di ascoltarlo: donne che passano, monelli di strada, turisti che a poco a poco cambiano il volto dell’isola. Perché in quel pugno di ore si condensa un enigma irrisolto prima di tutto dentro di lui. Una storia affascinante che prende spunto dall’ “Horcinus Orca” di Stefano D’Arrigo e da “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, due capolavori che hanno ispirato in parte Claudia Lanteri nel tessere le fila di un romanzo che sta facendo già parlare molto di sé. Un testo possente e potente allo stesso tempo, pieno di poesia e costruito con una struttura e uno stile complessi. E la complessità è data proprio dalla penna infallibile di una scrittrice che si insinua prepotente nel panorama letterario italiano, facendo comprendere sin da subito che le parole sono strumenti importanti e che vanno usate con parsimonia. Proprio come fa la Lanteri in questa meravigliosa opera prima.

Enrico Scandurra

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