Il Tribunale del Lavoro ha annullato il licenziamento di una dipendente del Comune di Roccalumera, mandata a casa il 21 settembre scorso per aver superato il periodo di comporto. La giudice Valeria Totaro ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Giuseppe Minissale, condannando il Comune a reintegrare la dipendente e a risarcirle il danno.
La dipendente era stata licenziata con l’accusa di aver superato il periodo massimo di assenza per malattia o infortunio (540 giorni), accumulando 564 giorni di assenza tra il 19 settembre 2021 e il 19 settembre 2024.
Il Tribunale ha riconosciuto che il metodo di calcolo delle assenze utilizzato dal Comune era corretto, ma ha contestato il totale dei giorni di assenza. Infatti, dai certificati medici è emerso che la dipendente era stata assente per 59 giorni a causa del Covid-19. La legge prevede che i giorni di assenza per Covid-19 non debbano essere conteggiati nel periodo di comporto. Pertanto, sottraendo i 59 giorni, il totale delle assenze della dipendente scendeva a 505 giorni, al di sotto del limite massimo di 540 giorni.
Il comune roccalumerese è stato condannato a reintegrare la dipendente e corrisponderle un’indennità commisurata all’ultima retribuzione utile per il calcolo del trattamento di fine rapporto, dalla data del licenziamento fino alla reintegrazione effettiva, con un massimo di 24 mensilità. Inoltre, l’Ente dovrà rimborsare anche le spese legali pari a 4.628 euro.
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