Massima attenzione viene rivolta, da parte del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, alle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, anche attraverso la rete di monitoraggio, istituita dal 2014 su tutto il territorio nazionale, e composta da militari formati e specializzati sulla delicata materia.
In tale contesto, i Carabinieri della Stazione di Mascali hanno arrestato un 20enne del posto, per i reati di maltrattamenti in famiglia.
In particolare era di pomeriggio quando nella caserma di Mascali è arrivata la telefonata di una donna spaventata che chiedeva aiuto. I Carabinieri, ben addestrati nella gestione di tali gravi e delicati eventi, sono accorsi in quella via G. Marconi dove un ventenne stava usando violenza contro la sorella, ventiquattrenne, e i propri genitori. Arrivati, in brevissimo tempo, nell’appartamento i Carabinieri hanno trovato ad attenderli su strada, in evidente stato d’agitazione, la sorella dell’uomo, la quale presentava dei vistosi graffi sulle braccia e al collo. I militari, immediatamente, hanno quindi rassicurato la giovane donna, mettendola in sicurezza e, sentendo urla e rumori provenire dall’interno dell’abitazione, si sono affrettati a entrare in casa dove, tra soprammobili rovesciate e altri oggetti sparsi per terra, hanno trovato la madre della richiedente, anch’ella con evidenti segni rossi sulle braccia.
Il ventenne, in evidente stato di agitazione, ancora dentro l’appartamento, è stato subito bloccato e messo in una condizione di sicurezza per sé e per gli altri e, probabilmente al fine di dissimulare la sua rabbia e sfuggire alle sue responsabilità, ha giustificato l’accaduto riferendo che non trovava le sue cuffie e che la madre si era rifiutata di dargli una seconda bevanda. Le donne, ormai sicure grazie alla presenza dei Carabinieri, venivano fatte accompagnare in Ospedale, dove i medici riscontravano per entrambe contusioni multiple. Il giovane aggressore veniva invece condotto in caserma e arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne convalidava il provvedimento disponendo per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari.