Il dott. Palumbo Vito, 34 anni, professione Consulente Aziendale, è un esperto in organizzazione aziendale, candidato la prima volta alle ultime elezioni comunali 2022 nella propria città, Paternò, con ben 336 preferenze, attualmente membro del nucleo di valutazione del suo Comune di residenza. Con Palumbo parleremo del disimpegno politico giovanile in Italia e la sfiducia ormai strutturale verso le istituzioni politiche.

Cosa pensa della scarsa partecipazione dei giovani verso la cosa pubblica?

“’In questa nuova Repubblica non ci somiglia nessuno’, cantava Antonello Venditti nel 1995. Battute a parte credo che si tratti di un problema abbastanza serio, basti pensare che i giovani sono la classe dirigente del domani e pertanto questa distanza deve essere colmata. Purtroppo la relazione tra la classe politica e le nuove generazioni è tutt’oggi complicata. Da una parte troviamo le istituzioni spesso vincolate alla sua forma più tradizionale mentre dall’altra i giovani, regolarmente accusati di disaffezione, disinteresse e pigrizia verso la vita partecipativa e il dibattito politico. L’ascolto limitato da parte della classe dirigente attuale nei confronti delle istanze giovanili ha impedito finora di cambiare rotta nel binomio giovani e politica”.

Come possiamo superare questa piaga per il futuro?

“Magari partendo dalla centralità delle nuove generazioni per il futuro dell’Italia. Iniziare con l’assegnare ruoli sempre più apicali ai giovanissimi impegnati per le proprie comunità. Come dico spesso siamo giovani non sprovveduti”.

Lei tra le altre cose si occupa di sport, di amministrazione pubblica e privata, oltre a essere il più giovane presidente eletto del club service a cui appartiene. Nel suo percorso trova spesso diffidenza vista la sua età rispetto alle responsabilità che affronta quotidianamente?

“All’inizio c’è sempre sempre un po’ di diffidenza diffusa, ma non le nascondo che questo per me è uno stimolo in più, una motivazione che mi spinge spesso a fare ricredere chi credeva che non fosse stato possibile fare grandi cose. Ogni volta mi pongo come obiettivo quello di rigenerare gli ambienti in cui collaboro perché rigenerarsi significa sopravvivere al cambiamento. Questo vale nella professione, nei club service, nello sport e nella politica. Al passato grazie, al futuro Sì!”.

Esiste una cultura politica tra i giovani della sua età?

“Diciamo che esiste, ma sicuramente occorre creare le condizioni migliori per metterla in campo. Condizioni e contesti spesso inadatte e poco favorevoli”.

Cosa pensa del fenomeno dell’astensionismo sempre in crescita?

“Dire che i politici hanno allontanato il popolo e soprattutto i giovani dalla politica sembrerebbe quasi scontato, servirebbe invece sforzarsi e andare oltre per analizzare meglio il contesto socio politico attuale. Personalmente credo che esista una correlazione tra bipolarismo e astensionismo, perché i cittadini sono stanchi di vedere le due fazioni opposte litigare su temi spesso poco incisivi nella nostra vita di tutti i giorni. Per questo a mio modo di vedere si avverte l’esigenza di fortificare l’area di centro moderata, che deve rappresentare le istanze sociali, che deve cooperare e proporre soluzioni tangibili per risolvere queste ultime. Alle nuove generazioni sempre più smart e veloci piace una politica che con meno litigi e più fatti concreti risponda subito alle domande che si pone la società, insomma meno filosofia e più competenze! In questo contesto delle forze moderne e moderate aiuterebbero sicuramente a ridurre il gap sempre più ampio tra la partecipazione attiva e il disinteresse verso la cosa pubblica. Parafrasando un noto politico italiano posso affermare che non esistono soluzioni di centro-sinistra o di centro-destra o di centro. Esistono soluzioni valide e basta..”.

Un appello verso i suoi colleghi coetanei?

Mettiamoci insieme per costruire una nuova classe dirigente, basata sulle competenze e le professionalità, mettendo in campo i nostri studi accademici e le nostre esperienze lavorative per rispondere alle esigenze delle nostre comunità. Uniti siamo sempre più forti!”.

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