Dopo quarantasette giorni di ricovero al reparto di Rianimazione Pediatrica del Presidio ospedaliero Garibaldi-Nesima, diretto dalla dott.ssa Giusy Stancanelli, si scioglie finalmente la prognosi per il bimbo di tre anni che ha rischiato di morire annegato, cadendo nella piscina condominiale della propria abitazione a Caltagirone. Abbandonata la riserva, infatti, il bambino sarà trasferito entro stasera presso il reparto di Pediatria, diretto dal dott. Antonino Palermo, dove potrà proseguire le cure necessarie che, in breve tempo, dovrebbero portare al suo definitivo ritorno a casa.
“Oggi è arrivato il momento che abbiamo tanto atteso, – ha esordito Lita Mangiagli, direttore medico del presidio di Nesima – quello in cui familiari e operatori sanitari possono finalmente tirare un respiro di sollievo. Nel nostro ospedale abbassare la guardia è vietato, ma dinanzi alla guarigione di un bimbo non possiamo che rallegrarci e sperare che accada lo stesso per altri pazienti”.
Il percorso che ha portato all’evoluzione positiva della salute del piccolo paziente è stato lungo e difficile per via della gravità delle condizioni cliniche rilevate al momento dell’arrivo in ospedale, dove grazie alle cure ricevute e all’intenso lavoro di una equipe medica competente, composta da Giosuè Chisari, Vera Greco, Sarah Pellegrino e Roberta Averni, nonché dall’ottimo staff infermieristico, coordinato da Massimiliana Arcidiacono.
“Stiamo assistendo – ha detto la dott.ssa Stancanelli – a un vero e proprio miracolo dell’assistenza e della buona medicina. Vedere oggi il bimbo in ottime condizioni di salute, osservarlo mentre gioca e guarda la televisione ci riempie di gioia e ci regala finanche tanta soddisfazione professionale”.
Di fondamentale importanza inoltre il supporto del Dipartimento-Infantile, diretto dal Prof. Giuseppe Ettore, impegnato costantemente a supportare qualsiasi esigenza del bambino nel corso del suo soggiorno in ospedale.
“Si tratta – ha dichiarato Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Arnas Garibaldi – del successo di un metodo, intriso di professionalità, competenza e umanità, elementi imprescindibili in un reparto così delicato coma la Rianimazione Pediatrica. In Italia sono soltanto ventisei le strutture di questo genere e questo non può che rafforzare il nostro orgoglio di cittadini e di operatori per la salute”.