Nell’ambito delle attività connesse all’esecuzione del piano di controllo del territorio, come disposto dal Comando Provinciale dell’Arma, i Carabinieri della Compagnia di Randazzo, con lo specifico prezioso supporto dei colleghi dello specializzato Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, stanno eseguendo una vasta ricerca in quell’intero versante etneo per lo specifico monitoraggio di quelle aree che, per le loro caratteristiche, meglio si prestano alla coltivazione di sostanze stupefacenti. Le ricerche sono svolte anche mediante un uso strategico e avanzato di sofisticati droni, in dotazione ai colleghi dello Squadrone Eliportato, per ottimizzare le ricerche e quindi osservare dall’alto anche le zone più impervie e difficoltose da raggiungere.
In tale quadro, infatti, solo alcuni giorni dopo l’arresto in flagranza di un 50enne castiglionese, sorpreso ad “accudire” una piantagione di cannabis indica lungo il perimetro esterno di un terreno di sua proprietà in località Canne, i militari della locale Stazione hanno rinvenuto un’ulteriore piantagione con ben 18 piante della stessa tipologia, aventi le stesse caratteristiche di quelle già sequestrate in precedenza. Un vero e proprio “vivaio di marijuana”, con piante alte fino a 2 mt, la cui lavorazione avrebbe permesso di ottenere oltre 1500 dosi.
In particolare, i Carabinieri, perseguendo le finalità dell’attività, dopo una lunga battuta tra i terreni del e le campagne del luogo, hanno individuato le piante in questione in un terreno demaniale sito ancora nella medesima località. La particolarità che ha hanno notato gli investigatori è l’estrema similitudine con il precedente rinvenimento, avendone constatata la medesima altezza di quasi due metri circa e lo stesso escamotage di nascondere le piante tra le erbacce, ciò al fine di renderle invisibili a eventuali “curiosi”. Sono, chiaramente, al vaglio dei tecnici gli esami delle inflorescenze, per stabilirne il principio attivo e le caratteristiche da confrontare con le altre piante sequestrate in precedenza. Continuano, incessanti, le attività di ricerca di eventuali altri siti, analogamente utilizzati per la medesima illecita coltivazione e, i contestuali servizi di pattugliamento finalizzati a contrastare efficacemente i reati connessi agli stupefacenti, principale fonte di approvvigionamento della criminalità organizzata.