CASALVECCHIO SICULO. Trasformare il diploma di donazione di Ruggero II in un vero “manifesto del paesaggio”, attraverso cui approfondire lo studio del territorio ed individuare una sorta di itinerario culturale che può riservare sorprese; connettere sempre più l’Abbazia al suo museo immersivo; proseguire la campagna per riportare a Palermo il mantello di Ruggero II ancora conservato a Vienna. Sono solo alcune delle idee venute fuori sabato dalla XI edizione di “Miti, poeti, sogni, pittori e santi nella Valle d’Agrò”, un appuntamento che ormai caratterizza il 21 giugno, giorno del Solstizio d’Estate, presso l’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo.
Per l’edizione 2025 la tematica individuata era “sincretismi per disegnare il futuro” ed aveva come punto centrale l’evoluzione delle influenze bizantine, arabe e normanne sul territorio e sul monumento. È stata così anche l’occasione per farlo attraverso la presentazione di due testi, “I greci di Messina” di Daniele Macris, e “Il leone ed il cammello” di Carlo Ruta.
Macris ha tracciato le caratteristiche della presenza in Sicilia dal VII secolo, la fase araba e poi la fase post araba con la presenza dei monasteri greci e l’importanza delle icone nello studio del territorio peloritano e delle valli.
Un filo ripreso da Carlo Ruta, che ha tracciato l’esperienza del territorio nella fase araba e normanna, con le contraddizioni che hanno caratterizzato quei secoli fino a gli svevi.
Antonino Liga, dell’Ordine Architetti, nell’evidenziare le caratteristiche topografiche del diploma di donazione di Ruggero II ha evidenziato come sia indispensabile “tornare a riconnettere l’area Jonica a quella Tirrenica, così come era un tempo”, adottando una visione del territorio che sia compatibile con la storia ed il sentire dei luoghi e della gente che vi abita, evitando scelte urbanistiche forzate, non sentite come proprie dalle comunità: “questo tipo di visione funziona, lo abbiamo visto a Lecce, a Matera e tanti altri luoghi”.
L’ultimo intervento ha invece coinvolto Filippo Grasso, Salvatore Ingegneri e Christian D’Amico in una “esperienza di viaggio narrata per immagini: l’Abbazia ed il Museo”.
L’evento è organizzato da Archeoclub Area Jonica Messina e dal Comune, in collaborazione con Museo Immersivo di Casalvecchio, Ordine degli Architetti P.P.C. di Messina e Fondazione Architetti nel Mediterraneo, Lions Club Letojanni Valle d’Agrò, Parco di Naxos, pro loco e Arcipretura casalvetina.
Sabato prossimo, alle 18, sempre all’Abbazia, avrà luogo la presentazione di un romanzo storico incentrato proprio su questo monumento, “Il monastero perduto” di Filippo Brianni, VGS Editore. La presentazione sarà l’occasione per discutere sull’ “Abbazia che ispirò il territorio”, cioè il ruolo di questo monumento nello sviluppo dell’intera area. Dialogheranno con l’autore: Ketty Tamà, su “Il sogno di Gerasimo”, l’abate che ottenne da Ruggero II i finanziamenti per realizzare la struttura oggi visibile; Francesco Nicita su “Dal Casale Vecchio alla Valle Nuova” e di come uno dei più antichi agglomerati della Valle sia diventato fulcro della stessa; Ninuccia Foti su “Parole e storie”. Le letture saranno di Carmelo Cocuccio.
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