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    Home - Economia - Composizione negoziata: in Italia, si salva un’azienda su 4, in Sicilia, una su 6. Mazara del Vallo capitale del riscatto imprenditoriale
    Economia

    Composizione negoziata: in Italia, si salva un’azienda su 4, in Sicilia, una su 6. Mazara del Vallo capitale del riscatto imprenditoriale

    Enrico ScandurraDi Enrico ScandurraOttobre 13, 2025Nessun commento
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    Mazara del Vallo
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    MAZARA DEL VALLO. Per il secondo anno, Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, già crocevia di popoli e culture, si è trasformata in un luogo di incontro di eccellenze nel campo del diritto di impresa. In occasione del convegno “Il ruolo del Codice della Crisi nel rilancio dell’economia italiana”, si sono confrontati i protagonisti di una rivoluzione normativa che parte dalla Legge Salva Suicidi del 2012 e approda nel 2022 al nuovo Codice della Crisi che ha introdotto la composizione negoziata come strumento veloce e smart per sostenere l’economia nazionale. Il bilancio di circa quattro anni di vita racconta di un caso di successo su 4 in Italia e, solo, uno su 6 in Sicilia, con una decina di imprese salvate su un’ottantina di casi presentati, tra cui il più noto il petrolchimico di Gela. I dati nazionali complessivi, con circa 3.500 domande presentate, vedono 2000 casi chiusi, 420 imprese e 24.000 lavoratori salvati, al netto di indotto e filiere (fonte Unioncamere).

    I vantaggi del nuovo strumento, la composizione negoziata, sono la rapidità, con soli 6-12 mesi per decidere il destino dell’impresa, la continuità aziendale: l’imprenditore mantiene la gestione dell’azienda e la presenza di un esperto che può essere un avvocato, un commercialista o un manager aziendale che dialoga con i creditori, aiutando a mediare e risolvere. La composizione negoziata è il primo strumento per numero di casi: ha superato concordati e accordi. È veloce, digitale, poco costoso, e permette interventi precoci prima che l’impresa entri in crisi irreversibile. Si accede attraverso le Camere di Commercio e non si passa dai tribunali.

    Dal regio decreto del 1942 alla moderna rivoluzione che ha cancellato i termini fallimento e fallito

    “Divulgare queste informazioni affinché nessuno debba più sentire il peso e la disperazione della crisi è il nostro scopo – ha affermato Antonio Giulio Alagna, avvocato di impresa promotore dell’incontro che ha riunito a Mazara del Vallo, i maggiori esperti di composizione negoziale in Italia, insieme al socio Salvatore Castiglione. Un regio decreto del 1942 ha introdotto le norme che hanno istituito il diritto fallimentare nello stesso periodo in cui il Codice Rocco ha definito il diritto penale. Immutate per settant’anni circa, queste norme erano repressive verso il debitore, a cui toccava lo stigma del fallimento”.

    “Figlie – aggiunge Alagna – di un substrato culturale che anticamente prevedeva persino umiliazioni, le case dei debitori venivano segnate con una croce e l’incapiente veniva messo in strada e insultato, da ciò si dice finire sul lastrico. Oppure andare in bancarotta perché, secondo la leggenda, i creditori avevano il diritto di rompere il banco di lavoro. E, se nel Medioevo all’insolvente veniva imposto un basco verde, fino a pochi anni fa la sentenza di fallimento veniva inchiodata, alla porta del tribunale”.

    La Legge Salva Suicidi del 2012 e il Codice della Crisi del 2022

    “Nel 2005, c’è stato il primo cambiamento culturale anche in Italia “in direzione dell’approccio anglosassone secondo cui il fallimento e la capacità di risollevarsi raccontano la forza di un imprenditore che ha generato fenomeni come Trump e Jobs, – commenta l’avvocato Antonio Giulio Alagna -. Nel 2012 è stata introdotta in Italia la legge sul sovraindebitamento di consumatori e soggetti non fallibili, la cosiddetta Legge Salva Suicidi. Dal 2022, infine, dopo la pandemia che ha messo in ginocchio il sistema produttivo italiano, è stato definito il Codice della crisi e dell’insolvenza con il Decreto legislativo n. 83. Sono state introdotte misure come la composizione negoziata, quale soluzione per la crisi di impresa. Tra i salvataggi più noti, Trussardi, Coin, Furla, Conbipel”.

    I contributi autorevoli degli esperti di diritto di impresa

    Tra gli interventi quello del professore Marcello Pollio, dell’Università UniPegaso, presidente Commissione Studi e Risanamento d’Impresa CNDCEC, che ha risanato la Sampdoria Calcio, la Reggina Calcio e altre squadre, del professore Alessandro Danovi dell’Università di Bergamo e Bocconi, commissario straordinario del gruppo Ilva di Taranto, del dott. Sandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere, che ha contribuito in prima persona alla procedura della composizione negoziale della crisi, affidata a Unioncamere e del professore Andrea Panizza dell’Università di Ferrara e del Piemonte Orientale, che oltre ad aver redatto l’ultima edizione dei principi di attestazione dei piani di risanamento (2024) ha seguito il risanamento del gruppo Trussardi.

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