Santa Teresa di Riva – Esistono nomi che, nel tempo, smettono di essere semplici ricordi per trasformarsi in motori di speranza. È il caso del Circolo Ricreativo Culturale “Maurizio Sutera”, una realtà che da anni ha scelto di onorare la memoria attraverso l’azione concreta, silenziosa e vitale. L’ultimo capitolo di questa storia di altruismo è stato scritto tra le mura della Casa di Riposo “Enrico Trimarchi”, dove la fragilità degli anziani ha trovato un nuovo alleato.
L’associazione ha donato alla struttura un sollevatore elettrico di ultima generazione, completo di imbragatura specifica per disabili. Non è un semplice ausilio tecnico: per gli operatori della casa di riposo significa lavorare con maggiore sicurezza, e per gli ospiti più fragili rappresenta la possibilità di essere movimentati con dolcezza, tutelando quella dignità che è il bene più prezioso nell’autunno della vita.
Il gesto porta la firma di un gruppo coeso, presieduto da Santino Ruttone e composto da Enzo Filoramo, Alessandro Fleres, Filippo D’Amore, Sanni Trimarchi, Alberto Impellizzeri, Antonino Imperiale, Pietro Mifa, Giovanni Mantarro e Lanza Giuseppe. Uomini che hanno fatto della missione sociale un impegno quotidiano, interpretando il ruolo dell’associazionismo non come mera aggregazione, ma come presidio di cittadinanza attiva.
La donazione al “Trimarchi” è solo l’ultimo tassello di un mosaico ben più ampio. Il Circolo Sutera non è nuovo a queste “incursioni” nel bene comune. Sfogliando l’albo della loro attività, si rintracciano segni tangibili sparsi per tutto il territorio di Santa Teresa di Riva.
Negli anni passati, l’associazione ha garantito la sicurezza degli studenti donando un defibrillatore al Liceo Scientifico, istituto che è stato anche destinatario di un ambizioso progetto di ippoterapia, un’iniziativa che ha aperto nuove strade riabilitative e relazionali per i ragazzi. E ancora, le diverse sedie a rotelle consegnate a chi ne aveva necessità, a conferma di un’attenzione che non trascura alcun dettaglio della mobilità e dell’inclusione.
In un’epoca di parole spese spesso al vento, il Circolo Sutera preferisce il linguaggio dei fatti. La loro attività dimostra come il ricordo di una persona cara possa generare una reazione a catena di utilità sociale. Santino Ruttone e i suoi soci continuano a tessere una rete di protezione intorno ai più deboli, ricordandoci che una comunità è tale solo quando nessuno viene lasciato indietro, sia esso uno studente o un anziano che necessita di un sollevatore per guardare ancora fuori dalla finestra.


