“Assolti per non aver commesso il fatto”. È questa la decisione del giudice monocratico Di Fresco nei confronti della presidente di Gemmo S.p.a., Susanna Gemmo, e un manager della società, Francesco Trimarchi.
I fatti risalgono al 2 agosto 2016 quando Salvatore D’Agostino, 15 anni di Gaggi, era intento a giocare a calcio con gli amici nella piazza della chiesa Madre. Un tiro maldestro aveva fatto carambolare il pallone oltre una ringhiera, obbligando il ragazzo a scavalcare l’inferriata e, fatalmente, a toccare un faretto dal quale si è generata una scarica elettrica che lo ha colpito, fulminandolo. Dopo 18 giorni di coma, purtroppo è morto. I genitori si sono quindi rivolti all’avvocato Pagano e a Studio 3A-Valore Spa, società specializzata nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini. Il legale ha presentato un esposto alla Procura, che aveva già aperto un fascicolo contro ignoti. Nel 2017 è poi scattata l’iscrizione nel registro degli indagati della dottoressa Susanna Gemmo, presidente del consiglio di amministrazione, e l’ingegnere Francesco Trimarchi, responsabile dell’ufficio tecnico e gare d’appalto della società. Il reato contestato era quello di omicidio colposo in concorso in quanto la società vicentina gestiva l’impianto di pubblica illuminazione del Comune di Gaggi.
Il pubblico ministero aveva richiesto lo scorso settembre la condanna di 9 mesi di reclusione per entrambi. Ieri l’assoluzione con formula piena. Il manager Francesco Trimarchi è stato difeso dagli avvocati Giuseppe Bana di Milano e Alessandro Faramo di Messina mentre Susanna Gemmo dagli avvocati Marcello Bana e Jacopo Campognani di Milano.