L’8 marzo 2024, su disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura custodiale coercitiva, emessa in data 07.03.2024 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di un 24enne in relazione ai delitti di tentato furto con strappo, lesioni personali e furto con strappo commessi il 28 febbraio scorso.
Le indagini, coordinate da quest’Ufficio ed eseguite dalla locale Squadra Mobile – Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Polizia di Stato, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle Difese, elementi che dimostrerebbero il coinvolgimento del 24enne in due episodi delittuosi registrati, nel centro storico della città, ai danni di due donne.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività di indagine scaturita da un primo tentativo di furto con strappo a opera di un uomo che, alla guida di una piccola utilitaria, esponeva il braccio sinistro fuori dal finestrino e afferrava con violenza la borsa di una donna nel tentativo, non riuscito, di strappargliela. Peraltro, a causa della forza esercitata al momento dello strappo, la persona offesa veniva violentemente sbalzata in aria e trascinata per alcuni metri sul selciato tanto da procurarle delle lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.
Subito dopo, il medesimo soggetto, con lo stesso veicolo, individuava una seconda potenziale vittima alla quale, dopo averla raggiunta, le strappava la borsa con analogo metodo. I successivi approfondimenti investigativi, tramite l’analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona interessata dagli eventi, consentivano di risalire alla individuazione del veicolo e, conseguentemente, al suo utilizzatore. La coincidenza del titolare dell’autovettura e del responsabile del fatto trovava ulteriore conforto nelle informazioni raccolte dai testimoni presenti al momento dei fatti e che avevano assistito alle azioni predatorie. Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto, nei confronti dell’indagato, l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.