Rocchenere – Il calcio non aspetta. Non ha tempo per i rimpianti, non si ferma a guardare indietro. Il Real Rocchenere lo sa bene. A meno di due giorni dall’esonero di mister Giancarlo Miuccio, la società rosanero ha deciso di non perdere nemmeno un minuto. Ha fatto una mossa fulminea, quasi d’istinto, e ha piazzato un nome che sa di casa, di futuro e di ambizioni: Nino Spadaro.
Un nome che in Prima Categoria ha già lasciato il segno. Lo scorso anno, con il Città di Santa Teresa, ha accarezzato il sogno di un’impresa, mancata per un soffio. È un tecnico che conosce il campo, le partite, ma soprattutto le persone. Un uomo che sa leggere il calcio oltre i numeri e le statistiche, e la sua scelta non è casuale.
Il Rocchenere, si sa, quest’anno ha investito. Ha messo sul piatto qualcosa in più, non per fare una semplice comparsata, ma per un torneo da protagonista.
Ieri, il primo allenamento. Il primo passo verso una stagione che si preannuncia incandescente. E a raccontarla, questa storia, è lo stesso Spadaro, che non usa mezzi termini: “È stata una trattativa fulminea, conclusasi in poche ore.” Il destino, a volte, gioca brutti scherzi. “Quest’anno ho ricevuto diverse offerte, ma ho dovuto declinare per problemi familiari,” continua. Fortunatamente, i problemi si sono risolti, e il resto è una questione di cuore. “Quando mi è stata proposta questa avventura ho subito accettato.”
Le motivazioni, dice lui, sono molteplici. Certo, la rosa è importante, ma c’è qualcosa in più, qualcosa che va oltre i calciatori e le schede tecniche. “La mia risposta positiva è dovuta anche al fatto che è la squadra del mio paese. Non potevo dire di no.” In queste parole c’è tutta l’essenza del calcio di provincia, fatto di appartenenza, di emozioni e di un senso di responsabilità verso la propria gente. L’accoglienza, poi, ha fatto il resto. “Sono stato positivamente sorpreso dall’accoglienza che mi è stata riservata sia dalla dirigenza che dallo staff tecnico e dalla squadra”.
Un segnale forte, un’investitura di fiducia che sa di promessa. E Spadaro lo sa bene: “Faremo di tutto per non deludere le aspettative.” Non è solo una frase di rito. È la promessa di un uomo che è tornato a casa per inseguire un sogno. Un sogno che non è solo suo, ma di un’intera comunità che in quel campo, in quella squadra, vede un pezzo del proprio cuore. E in un calcio così, l’impresa non è più un’utopia, ma un’ambizione.