La Jonica Volley Santa Teresa di Riva chiude il suo 2025 con un 3-0 secco alla Rossopomodoro Palermo, ma dentro questa vittoria c’è molto più dei tre punti. C’è il sapore di una promessa.
Prima del fischio d’inizio, l’aria nel palazzetto è densa. Manca Mirko Testagrossa. Un brutto infortunio al perone in settimana. È a lui che Sebi Patti e i suoi ragazzi dedicano ogni goccia di sudore. È per lui che il giovane Michelangeli scende in campo con gli occhi di chi sa che non può fallire.
Il primo set è un corpo a corpo. Equilibrio puro (9-9), con Chiesa che ruggisce su una palla contesa e Palermo che risponde col muro di Cascio. Ma è un’illusione ottica. La Jonica ha un’anima diversa oggi. Schifilliti dai nove metri disegna traiettorie che sembrano poesie e Schipilliti mette il sigillo dal centro: 25-21. La prima pietra è posata.
Poi, il secondo atto diventa un monologo. Yuri Testagrossa scocca ace come frecce (5-0), Salomone vola su ogni pallone sporco in difesa, e Fijalka decide di alzare il volume del match. È un set che scivola via veloce, come un sorso di vino buono, chiuso ancora da un’alzata al bacio di Alaimo per Fijalka. Una sinfonia perfetta.
Ma lo sport, quello vero, non è mai una linea dritta. Nel terzo set Palermo prova a ribaltare il tavolo, trova il sorso di vita con l’ace di Fiore e mette il muso avanti (18-19). È qui che la Jonica dimostra di non essere solo tecnica, ma carattere. Schipilliti decide che la porta è chiusa: stampa Cascio a muro, ristabilisce le gerarchie e lascia a Fijalka l’onore dell’ultimo punto dell’anno. 25-21. Game, set, match.
Guardatela questa classifica. La creatura del presidente Carmelo Spinella, matricola terribile in Serie B, se ne va a mangiare il panettone al quarto posto. A un solo punto dal podio, a +7 dalla quinta. È un miracolo di provincia? Forse. O forse è solo il risultato di un gruppo che suda giorno dopo giorno in palestra per dare qualcosa di speciale a questa annata, e che moltiplica, come se non bastasse, le forze quando ha perso un pezzo pregiato come Mirko.
Adesso c’è la pausa. C’è il tempo per recuperare le energie e aspettare chi deve tornare. A gennaio si va a Vibo, nel calore della Calabria, ma per oggi Santa Teresa può guardarsi allo specchio e sorridere.


