MESSINA – Un fiume di fede e devozione ha invaso le strade di Messina per la tradizionale processione della Vara, uno dei riti più antichi e sentiti della Sicilia. Con oltre 500 anni di storia, il carro trionfale dell’Assunta ha unito ancora una volta migliaia di persone in un’unica, potente espressione di speranza e identità.
Le corde della Vara di Messina, lunghe 125 metri, sono state tirate da circa 2000 persone, tra cui oltre un centinaio di “nuove leve”. Un impegno collettivo che, come ha sottolineato il presidente Franco Forami, va oltre la fatica fisica: “L’importante è arrivare”, ha detto, “qualche decina di minuti di ritardo non cambiano l’obiettivo”.
Quest’anno, la processione ha avuto un significato particolarmente toccante: un omaggio a Sara Campanella, la studentessa tragicamente scomparsa a Messina. Padre Antonello Angemi, prima di dare il via, ha invitato tutti a stringere le corde “come la fede”, e a pregare per lei e per le famiglie coinvolte nella tragedia.
Dopo il primo, incerto “strappo”, il carro votivo ha iniziato il suo cammino, spinto da un “fiume umano” di fedeli e turisti. Nonostante la grande partecipazione, che ha rallentato il percorso, i tiratori hanno tenuto saldamente il controllo della Vara, dimostrando una notevole coordinazione per evitare che perdesse l’equilibrio.
Il momento più delicato e atteso, la “girata” di fronte al Banco di Sicilia, è stato eseguito alla perfezione. Dopo una manovra di circa mezz’ora, il carro si è posizionato verso il Duomo, tra gli applausi e le grida di “Viva Maria!” della folla.
La processione si è conclusa con l’ingresso trionfale della Vara in piazza Duomo. Le corde, simbolo di unione e fatica, sono state tagliate e distribuite, come da tradizione. Il rito si è chiuso con il grido che risuona ogni anno, unendo la devozione religiosa all’amore per la propria città: “Viva Maria! Viva Messina!”.