Sono 5 le persone arrestate dai Carabinieri di Palermo, al termine di un’operazione anti mafia terminata alle prime luci dell’alba di oggi, venerdì 2 febbraio 2024. Si tratta di soggetti collegati a clan mafiosi del territorio di Carini, comune a una ventina di chilometri dal capoluogo di regione. Quattro di loro sono finiti in carcere, mentre per il quinto sono stati disposti gli arresti domiciliari. I capi di accusa a vario titolo sono di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati in materia di armi.
A finire in manette sono stati Salvatore Abbate, 55 anni, Giuseppe Passalacqua, 48 anni, John Pipitone, 42 anni, figlio del capomafia Giovan Battista Pipitone, Salvatore Vallelunga, 43 anni, e Vincenzo Vallelunga, di 74 anni. Per quest’ultimo, padre di Salvatore, il gip Fabio Pilato ha disposto gli arresti domiciliari. Gli altri quattro, invece, sono stati condotti in carcere.
Stando anche a quanto si legge nel comunicato diffuso dal Comando provinciale di Palermo dell’Arma dei Carabinieri, l’infiltrazione della mafia nella gestione idrica era palese. “I vertici – si legge – avrebbero gestito una condotta idrica abusiva mediante la quale, dietro pagamento, fornivano acqua per uso civile a una consistente fetta della locale popolazione che non aveva altre possibilità di approvvigionamento”.
In questa operazione, in cui era in ballo anche la gestione del pizzo per le vie di Carini, era prevista anche la presenza di alcuni storici esponenti della mafia del Palermitano. Questi – come si legge nel comunicato diffuso dall’Arma – sarebbero tornati in azione “dopo lunghi periodi di detenzione, nelle fila della famiglia mafiosa di Carini e dall’altro l’inserimento di giovani associati, appartenenti a famiglie di sangue che storicamente hanno diretto lo scacchiere mafioso carinese”.