LETOJANNI. L’apertura ufficiale e definitiva risale all’agosto del 1999. Ventiquattro anni fa per l’esattezza. Da quel momento in poi il borgo marinaro e turistico di Letojanni, cittadina che confina a sud con la Capitale del turismo siciliano, Taormina, non è stata solo mare, sole e locali di tendenza dediti al divertimento e alla movida esclusivamente estiva. Letojanni si è trasformata nel corso dei decenni. Questo è sotto gli occhi di tutti. E anche se non è ancora diventata una meta culturale di alto livello (questo bisogna pur dirlo), oggi l’obiettivo è questo: divenire nel più breve tempo possibile appetibile anche da flussi turistici culturali.

A come farlo ci sta pensando già da diversi anni l’Amministrazione comunale del sindaco Alessandro Costa, e in particolar modo l’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Maria Teresa Rammi, che ha intercettato ben due finanziamenti dal Ministero della Cultura, di cui uno di circa 500 mila euro (e uno di 269 mila euro per l’efficientamento energetico), per risistemare e rimodernare il Palazzo della Cultura di piazza Giacomo Matteotti. Un complesso edificio che proprio da quell’agosto di 24 anni fa ospita le teche in vetro e legno dove sono conservati i ferri chirurgici, i manuali e molte foto d’epoca, che riguardano la grande eredità che ha lasciato il professor Francesco Durante.

Un eminente luminare della Medicina generale, nato proprio a Letojanni, il 28 giugno 1844 e morto sempre nel suo luogo natio, il 2 ottobre del 1934. Si tratta di una personalità eccelsa, di un simbolo letojannese, sul quale nel corso dei decenni si sono aperte le più disparate conferenze, organizzate da associazioni come i Lions Club Letojanni-Val D’Agrò, dalle varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo e da singoli studiosi che ne hanno parlato nei loro studi. Un medico, ma prima di tutto una persona del popolo, di cui oggi si sa assai ben poco rispetto a ciò che è riuscito a fare nella sua carriera durata oltre 70 anni.

Dalle cure per la tubercolosi tramite l’eliotermia, sperimentate da lui stesso sulle rive della sua spiaggia, dove amava sdraiarsi nel momenti di riposo, all’invenzione della pinza “Durante”, tuttora utilizzata in tutte le sale operatorie del Mondo, e di cui se ne conserva un prototipo proprio nel Museo a lui dedicato, a Letojanni. Un edificio che si estende su tre piani e che è visitabile tutti i giorni della settimana, dove lui stesso, quand’era ancora in vita visitava e operava i malati del posto gratuitamente. Proprio nei primi anni del Novecento, l’attuale Museo “Durante” (che ospita oggi anche la Biblioteca “Bianca Garufi” e la sala “Blu”, dove sono esposte opere dell’artista anconetano Corrado Cagli) era la clinica dove i poveri del circondario giungevano in cerca di cure che, per l’epoca, risultavano quasi un optional.

Successivamente l’edificio divenne Asilo Nido e, dopo, proprio a partire da quel memorabile 1999, grazie, prima all’instancabile opera culturale dell’ex sindaco Salvatore Carmelo Rammi (che istituì anche un Premio Scientifico dedicato a Durante), e subito dopo alla grande capacità e intuito dell’assessore alla Cultura di quegli anni, Carmelo Calò, divenne Museo. E oggi, a distanza di quasi un quarto di secolo dall’apertura, ecco che un’altra figura politica sta pensando in grande.

L’assessore Maria Teresa Rammi, con l’aiuto degli uffici competenti e con l’avallo anche di tutta l’Amministrazione attuale, come detto prima, ha intercettato una somma importante che servirà a migliorare le condizioni dell’edificio, che verrà ristrutturato in gran parte, con l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione di un ascensore.

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