Messina – Si infittisce il mistero attorno al duplice omicidio di Camaro, avvenuto il 2 gennaio 2022. Il processo a carico di Claudio Costantino, l’uomo accusato di aver ucciso Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò, ha subito una svolta decisiva con l’introduzione della nuova aggravante della premeditazione.

A spingere il pubblico ministero Roberto Conte ad avanzare questa nuova accusa è stata una testimonianza ritenuta fondamentale, che avrebbe rivelato come Costantino stesse aspettando da tempo le sue vittime. Questa circostanza contrasta nettamente con la tesi della legittima difesa sostenuta dall’imputato, il quale ha sempre affermato di aver sparato solo per difendersi da un agguato.

La Corte d’Assise di Messina ha calendarizzato le ultime udienze del processo, fissando la sentenza per l’11 dicembre prossimo. Nel frattempo, i giudici hanno respinto la richiesta di Costantino di accedere al rito abbreviato, una mossa strategica dei suoi legali per ottenere una possibile riduzione di pena in caso di condanna senza l’aggravante della premeditazione.

In aula, oltre all’imputato e ai suoi legali, sono presenti i familiari delle vittime, costituitesi parte civile, e i rispettivi avvocati. L’attenzione è ora concentrata sulla valutazione delle prove e sulle arringhe finali, che potrebbero rivelarsi decisive per stabilire la verità e fare giustizia.

Restano ancora molti interrogativi senza risposta: Costantino ha davvero premeditato l’omicidio? O si è trattato di un tragico incidente scaturito da una lite? Le prossime udienze saranno fondamentali per chiarire questi punti e stabilire la responsabilità dell’imputato.

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