La Corte dei Conti ha sollevato un serio campanello d’allarme sul progetto del Ponte sullo Stretto, mettendo in discussione la recente delibera del Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che aveva dato il via libera all’opera. Con un documento formale inviato alla Presidenza del Consiglio, la magistratura contabile ha sottolineato la “necessità di acquisire chiarimenti ed elementi informativi” cruciali.
Il fulcro delle perplessità risiede nella presunta mancanza di motivazione del provvedimento. Secondo la Corte, la delibera del Cipess non avrebbe “puntuale valutazione degli esiti istruttori”, apparendo più come una semplice “ricognizione delle attività” che una vera e propria ponderazione delle risultanze, sia sul piano fattuale che giuridico.
Tra le questioni procedurali più spinose, la Corte dei Conti ha chiesto lumi su come siano stati trasmessi alcuni atti di controllo, inviati con semplici link a un sito web, anziché con una formale acquisizione. Vengono inoltre sollevati dubbi sulla tempistica di trasmissione di documenti chiave, come il terzo atto aggiuntivo. I magistrati hanno anche richiesto chiarimenti sulle valutazioni del Comitato relative alla delibera del 9 aprile 2025 del Consiglio dei ministri, che aveva dichiarato l’esistenza di “motivi imperativi di interesse pubblico” per il progetto. Non ultimo, si attendono aggiornamenti sull’interlocuzione avviata con la Commissione europea.
Le perplessità si estendono anche al piano economico. La Corte ha infatti rilevato un “disallineamento” tra l’importo asseverato dalla società Kpmg (€ 10.481.500.000) e quello, superiore, attestato nel quadro economico approvato dal Cipess (€ 10.508.820.773). La richiesta di spiegazioni riguarda anche le stime di traffico e il piano tariffario redatto dalla società di consulenza TPlan Consulting, con la Corte che interroga sulle modalità di scelta di quest’ultima e sugli esiti dello studio.
La Presidenza del Consiglio ha ora solo 20 giorni per fornire tutte le risposte richieste. Trascorso questo termine, la Corte dei Conti potrà decidere “allo stato degli atti”, un’espressione che non esclude la possibilità di una revoca o di una sospensione del provvedimento, bloccando di fatto l’iter del Ponte.