ROCCALUMERA. Grande partecipazione ieri sera a Roccalumera, in piazza Santissimo Crocifisso, per l’iniziativa Artisti per la Pace, organizzata dalla Parrocchia Santa Maria della Catena, che ha visto la presenza straordinaria di Boris Vitlačil, attivista italo-bosniaco della Global Sumud Flotilla, la nave civile in partenza il 4 settembre da Siracusa e Catania verso Gaza per portare aiuti e aprire un canale umanitario permanente. La sua presenza è stata resa possibile grazie al Comitato per il sostegno al Popolo Palestinese nato nel 2024 nella riviera jonica. La Global Sumud Flotilla, la più grande missione marittima civile mai tentata verso Gaza, è composta da attivisti, medici, giornalisti e personalità dello spettacolo provenienti da tutto il mondo: l’obiettivo è spezzare l’assedio e stabilire un corridoio umanitario stabile, nel rispetto del diritto internazionale. Vitlačil ha condiviso una testimonianza intensa e profonda, legata all’assedio di Sarajevo vissuto da giovane e alla sua attuale esperienza come operatore umanitario. “Porto con me i ricordi di Sarajevo sotto assedio – ha raccontato – bambini che giocano sotto i bombardamenti, occhi vuoti e fame normalizzata. Gaza oggi non è molto diversa. La flottiglia non è una sfida, ma un dovere: un atto di coscienza civile per affermare il diritto umanitario quando le istituzioni falliscono”. Durante la serata si sono tenute le esibizioni di numerosi artisti e musicisti della zona, alternate a momenti di riflessione sul tema della pace, con i contributi di Nicola Candido, esperto di relazioni internazionali e componente del Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista, Stefania De Marco (Coordinamento No Riarmo) e Damiano Rigano (medico).
Nicola Candido ha offerto un excursus storico indispensabile per comprendere correttamente la questione palestinese e mediorientale, evidenziando le radici coloniali del conflitto, le responsabilità internazionali e il ruolo delle potenze occidentali nel perpetuare l’instabilità nella regione. La discussione ha anche toccato il contesto europeo, dove la “questione palestinese” appare tragicamente connessa a un inquietante impulso militaristico e guerrafondaio, incarnato nel progetto Rearm Europe. Sotto la retorica della “difesa”, si prepara l’economia, i territori e le menti alla guerra: “Ci appelliamo con tutta la nostra forza affinché le realtà associative e i singoli individui del territorio che credono nella pace si uniscano – ha detto Stefania De Marco – sull’esempio di molte altre realtà in Italia e in Europa, creando anche qui da noi un Coordinamento no riarmo per rilanciare i tre no al genocidio, al riarmo e alla guerra. Siamo profondamente convinti che solo la partecipazione popolare possa fermare la guerra e far trionfare la pace. Una pace che non sia solo assenza di guerra, ma sia una pace fondata sulla giustizia”.
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