SANTA TERESA DI RIVA. Grande partecipazione per il sit-in che si è tenuto ieri mattina, lunedì 22 settembre 2025, a Santa Teresa di Riva, in Piazza Municipio, in concomitanza con lo sciopero generale nazionale proclamato dai sindacati di base. Studenti e docenti dei Licei di Santa Teresa di Riva e Giardini Naxos, studenti degli Istituti di Furci Siculo, bambini dell’IC di S. Teresa con le insegnanti, associazioni presenti sul territorio, lavoratori dipendenti in sciopero e persino lavoratori a “partita IVA” hanno partecipato attivamente all’iniziativa, promossa dal Comitato per il sostegno al popolo palestinese.
La manifestazione ha visto una partecipazione straordinaria di lavoratori in sciopero, docenti, studenti di ogni ordine e grado, tutti uniti per chiedere la fine del genocidio in Palestina e per sostenere la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, in navigazione verso Gaza, e l’imminente partenza della Freedom Flotilla da Sicilia e Puglia.
Durante la manifestazione, i partecipanti hanno ribadito con forza:
● La richiesta al Governo Meloni di interrompere qualsiasi complicità – morale, economica, militare – con lo Stato sionista di Israele.
● Il sostegno concreto alla Global Sumud Flotilla e alla Freedom Flotilla.
● La necessità di ritrovare la nostra umanità in un mondo che sembra “aver perso la bussola”.
Il Comitato per il sostegno al popolo palestinese – Riviera Jonica esprime la sua profonda soddisfazione:
“Una piazza così non si vedeva da decenni qui da noi. La Riviera Jonica ha fatto sentire la sua voce. Soprattutto le voci dei giovani studenti: non si sono fermati alla “superficie del problema, le loro analisi dimostrano una grande consapevolezza che spesso è colpevolmente ignorata dagli “adulti”.
Dopo quasi due anni di difficile lavoro per sensibilizzare sulla questione palestinese, il Comitato è soddisfatto della grande partecipazione di oggi. Tuttavia, la manifestazione di oggi, in concomitanza con lo sciopero generale, è stata un momento necessario ma non sufficiente. Grande è il senso di impotenza dei cittadini di fronte al genocidio in atto: c’è un senso di urgenza che percorre le coscienze: il genocidio deve finire ora!
Molti ci chiedono cosa possono fare di concreto. Noi cittadini possiamo mettere in pratica piccoli ma importanti comportamenti individuali come smettere di finanziare il genocidio boicottando le aziende segnalate dalla campagna BDS* (Boycott, Divestment and Sanctions), che invita a non acquistare prodotti e servizi di aziende complici delle politiche israeliane contro il popolo palestinese. Ma solo unendoci in un movimento popolare di massa potremo fare pressione sui nostri governi. L’unico strumento per far cessare il genocidio è che i governi cessino di essere complici, interrompendo gli accordi commerciali e militari con Israele.
Questo non è un punto di arrivo però, può e deve essere un punto di partenza per creare un movimento che abbia la forza di un’unica voce che alta si levi a gridare: Palestina Libera!”
Perché se Gaza muore, muore l’umanità intera”
L’evento si inserisce nel quadro delle mobilitazioni nazionali che hanno visto la partecipazione di sindacati di base, portuali del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali), l’organizzazione umanitaria Music for Peace, l’Unione Sindacale di Base (USB) e i rappresentanti della flottiglia umanitaria.