Al teatro dei Naviganti di Messina è stata rappresentata, in triplice replica con grande successo con il tutto esaurito, nei giorni di sabato 17 e domenica 18 maggio, l’opera “Stanza 101: cosa resta di 1984″. Si è da subito capito che col teatro puoi fare di tutto per comunicare il tuo punto di vista, dal monologo al dialogo, dal frontale alla corale, dall’unilateralità alla totalità, ma quando avviene che si vive nello stesso tempo, nello stesso luogo, quello che viene presentato, non è più solo teatro, entra nella sfera della vita, dove ci sono attori e spettatori coprotagonisti nel ruolo che si decide di scegliere per sè.
La proposta autentica e verace di mostrare un dramma reale, attraverso un lavoro di riscrittura a più mani di Orazio Berenato, Leonardo Mercadante e Chiara Trimarchi della profezia del libro di Orwell ” 1984″ risulta un’operazione scenica efficace perchè è tutto quello che sta accadendo nella vita reale e non se ne ha coscienza. Il lavoro di ricerca, carico di un bagaglio culturale d’avanguardia, per le esperienze vissute e ricevute dalla storia e dalla letteratura, ha reso un testo teatrale originale ed attraente.
La professionalità creativa e aperta alla prospettiva di scavo interiore ha consentito una performance audace, rilevante ed incisiva da parte dei giovani interpreti Orazio Berenato, Gabriele Casablanca e Chiara Trimarchi. Questi, sostenuti dalla partecipazione attenta e profonda del pubblico presente sulla stessa scenografia, sono stati in grado di intercettare il bisogno attuale di umanità. Sono riusciti a penetrare fino in fondo allo stato di annichilimento inquietante, di controllo asfissiante e di persecuzione ossessiva a cui è sottoposto l’uomo massa, prodotto di consumo usa e getta, strumento di dominio manipolativo angosciante, obbiettivo distorto e opprimente di un sistema autoritario.
In questo scenario di contrasto, divisivo e prevaricante accade il dramma di svuotamento dell’essere e di svelamento dell’anima ansimante che anela alla libertà, alla dignità di una vita ulteriore, un respiro di speranza, un canto pieno di amore, ancora oggi, qui ed ora, là dove si sta