SANT’ALESSIO SICULO. Anche quest’anno, come accade dal 2020, Archeoclub ha voluto omaggiare il giornalista-scrittore Carmelo Duro nel giorno del suo compleanno, il 31 luglio. Lo ha fatto allestendo un evento all’interno dello spazio realizzato dal Comune di S. Alessio Siculo, “Libri in villa”, nel parco di Villa Genovesi. A fare da spunto, la presentazione del romanzo di Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Jonica, “Il Monastero perduto”, edito da VGS Libri. Un testo ispirato ad alcuni fatti storici realmente avvenuti sul territorio jonico riletti in una chiave diversa, attraverso la ricerca di un giovane archeologo australiano figlio di emigranti italiani. Il protagonista, nel ricercare l’originaria costruzione del monastero basiliano di SS. Pietro e Paolo d’Agrò, si trova coinvolto in una serie di vicende, storiche e personali, che modificheranno anche il suo pensiero sulla Sicilia, i suoi riti, le sue caratteristiche anche meno evidenti, i suoi monumenti e persino i suoi emigranti. Il libro, ad un certo punto, fa espresso riferito a Carmelo Duro, quando fermo sulla vetta del monte Kalfa ascolta la spiegazione della Valle che viene tratta proprio da la “Valle d’Agrò” di Carmelo Duro, definito dall’interlocutrice del protagonista “probabilmente il miglior giornalista che la Valle d’Agrò abbia mai avuto”. La lettura di questo passaggio del libro è stata affidata alla giornalista Donatella Molino, che si è occupata anche di leggere un’altra parte del libro di Brianni in cui il Capo S. Alessio diventa la “location” di alcune scene chiave. Due in particolare, una più paesaggistica e romantica, letta appunto dalla Molino, l’altra storica e legata all’incontro del 1116 a seguito del quale il Re Ruggero II donò al monaco Gerasimo le terre ed i soldi per “ricostruire” il monastero dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. Questo brano, recitato da Carmelo Cocuccio, è stato poi oggetto di riflessione da parte di Ketty Tamà, vice presidente Archeoclub, che ha delineato il ruolo di Capo S. Alessio nella storia del territorio e nella letteratura che lo riguarda, facendo anche riferimento alla visione di Carmelo Duro circa la valorizzazione di quel luogo; aspetto rimarcato anche da Donatella Molino nell’evidenziare come fu proprio Duro e organizzare La Castellana, che era una rievocazione di quell’incontro tra Gerasimo e Ruggero II. Il presidente dell’Osservatorio Beni Culturali, Ninuccia Foti, ha evidenziato aspetti più leggeri, ironici e in qualche caso anche pungenti del libro, che sottolineano come non sempre l’attenzione delle istituzioni verso i beni culturali sia stata e sia tutt’oggi quella giusta. Un profilo un po’ più biografico di Duro è stato tracciato invece dal suo amico, Pino Chillemi, ex presidente pro loco di S. Alessio.
“Ci sono due date che la nostra amministrazione si impegna a non dimenticare più, il 31 luglio per Carmelo Duro e l’1 agosto per Onofrio Zappalà” ha detto l’assessore alla cultura Rosario Trischitta nel consegnare un omaggio a Patrizia Duro, figlia di Carmelo Duro. Il sindaco, Domenico Aliberti ha confermato la vicinanza del comune a tutte le iniziative che riguardano la valorizzazione del territorio e dei suoi personaggi.
In chiusura, Mimma Duro, l’altra figlia di Carmelo, ha espresso l’auspicio che al padre come ad altri personaggi che hanno incarnato S.Alessio possa essere dedicato qualcosa di tangibile in paese.
“Abbiamo scelto questo “format” – ha detto Filippo Brianni – perché questo incontro annuale su Duro per noi non sarà mai una commemorazione, piuttosto un “tagliando”, una verifica di come i suoi semi germoglino o meno sul territorio”.
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