Il paventato abbattimento della bretella che da anni congiunge gli abitati di Nizza di Sicilia e Alì Terme sul torrente Nisi sta sollevando un’ondata di forte dissenso istituzionale e comunitario. La struttura, nata come soluzione provvisoria ma ormai entrata nell’abitudine viaria locale, è oggi al centro di un acceso dibattito che vede contrapposte le ragioni della sicurezza idrogeologica e quelle della funzionalità logistica.
A farsi portavoce dell’opposizione alla demolizione sono diverse figure autorevoli. Tra queste spicca la parlamentare siciliana, On. Bernadette Grasso, che ha indirizzato una nota specifica al Presidente della Regione, Renato Schifani. La deputata definisce l’infrastruttura una “opera ormai indispensabile per tutta la riviera ionica messinese”.
L’On. Grasso snocciola le molteplici utilità della Bretella Nisi Nizza Alì Terme: “Essa garantisce un collegamento viario stabile fra i due comuni confinanti, offre un passaggio pedonale sicuro per studenti, lavoratori e anziani, rappresenta una via di fuga in caso di emergenze meteo-idrogeologiche e funge altresì da corridoio operativo per i mezzi impegnati nei lavori del raddoppio ferroviario gestiti da Rfi”.
A fronte di tale importanza, la parlamentare chiede ufficialmente una moratoria sulla demolizione, proponendo un’alternativa pragmatica: reinvestire le somme previste per l’abbattimento destinandole alla manutenzione e alla messa in sicurezza strutturale della bretella.
Dello stesso avviso è il Presidente del Civico Consesso aliese, Antonino Muscarello, per il quale la decisione dell’Autorità di Bacino di procedere all’abbattimento è “incomprensibile e gravemente lesiva degli interessi delle due comunità confinanti”.
Muscarello sottolinea che la struttura andrebbe mantenuta almeno fino al completamento dei lavori del raddoppio ferroviario. Il Consiglio aliese, in sinergia con quello di Nizza, stava infatti valutando “tutte le modalità di utilizzo della passerella in sicurezza”, inclusa l’ipotesi di chiuderla al transito nei giorni di allerta meteo. A ciò si aggiungeva la previsione di una “profonda pulizia del torrente e degli invasi da concordare con Rfi e Webuild”, misure preventive che avrebbero mitigato i rischi idrogeologici senza ricorrere alla drastica soluzione della demolizione.


