Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha recentemente avviato una importante ed impegnativa campagna di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al fenomeno delle truffe, spesso rivolte ai danni degli anziani, poiché ritenuti dai malviventi, con pregiudizio, maggiormente vulnerabili. In questo quadro, i Carabinieri della provincia etnea hanno intrapreso un percorso di comunicazione rivolto ai cittadini più anziani, ma anche ai loro familiari, per la loro azione di sostegno, spesso fondamentale in situazioni di difficoltà o pericolo come questa. Un percorso fatto di incontri tenuti dai Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni, nei centri anziani e nelle chiese prima o dopo le funzioni religiose. Durante gli incontri, che si stanno continuamente ripetendo per raggiungere un numero quanto più ampio possibile di destinatari, i militari dell’Arma, opportunamente formati, descrivono le modalità attraverso cui operano i truffatori, facendo perno sull’emotività delle vittime, a cui prospettano telefonicamente situazioni di difficoltà di un loro figlio o parente, chiedendo del denaro per cercare di risolvere il grave problema.

Gli incontri si sono tenuti a Catania, in delle chiese site in via Umberto, a Canalicchio e Barriera, e, in provincia, nelle parrocchie o teatri di Sant’Agata li Battiati, Randazzo, Caltagirone, Acireale. Molte altre sono in programma nel resto della provincia e in città. E, per raggiungere gli anziani costretti a casa, sarà dato risalto mediatico anche attraverso un’intervista in una TV locale. I Carabinieri, durante gli incontri, hanno fornito semplici consigli per non cadere nella trappola ricordando che nessuno, e men che meno le stesse Forze dell’Ordine, può chiedere denaro per ovviare all’arresto di un familiare o alle funeste imprevedibili conseguenze di un incidente che un parente possa aver provocato; rammentando di non fornire alcun dato personale agli sconosciuti né, a maggior ragione, credenziali o dati bancari; consigliando, soprattutto, anche solo al minimo dubbio, di chiamare subito il numero di emergenza “112” o di rivolgersi alla locale Stazione Carabinieri. I consigli si sono, evidentemente, rivelati utili per sventare i reiterati tentativi, ben 16 in totale che, ad oggi, sono rimasti nell’alveo del tentativo, perché i destinatari, insospettiti dalla telefonata ricevuta, hanno interrotto la conversazione rivolgendosi ai Carabinieri.

In particolare, per esempio, a quattro cittadini di Pedara, dove, però, all’inizio del mese i Carabinieri – Comandante della Compagnia di Acireale e Comandante della Stazione di Pedara – avevano tenuto uno specifico incontro. Ebbene, a una coppia di pensionati 72enni, i malfattori hanno raccontato che la loro figlia aveva investito una donna incinta, chiedendo loro, quindi, di pagare subito quanto dovuto. A una vedova di 83 anni i truffatori, presentandosi come “i Carabinieri di Pedara” hanno provato a ripetere la storia dell’incidente, salvo, però, tentennare sul nome del familiare coinvolto, facendo insospettire la potenziale vittima. Una pensionata 69 enne è stata addirittura insultata dal truffatore al telefono, prima di interrompere la conversazione, vistosi scoperto, dopo che, invece, si era qualificato come “maresciallo dei Carabinieri”.

Lo stesso scenario si è riproposto, lunedì scorso, 27 maggio, ad Acireale ed Aci Castello, per un totale di sette tentativi di truffa, tutti sventati grazie alla prontezza delle vittime nell’avvertire il pericolo e nel rivolgersi subito ai Carabinieri. Nei due comuni acesi, nel mese di maggio, erano stati organizzati incontri con i Comandanti dei Carabinieri presso centri anziani – ad Aci Castello e nelle frazioni di Ficarazzi e Cannizzaro – ma anche in chiesa: in cattedrale ad Acireale e nelle frazioni di Santa Maria la Scala e Guardia. E così, ad esempio, due donne ultra-ottantenni non hanno neppure dato il tempo ai truffatori di raccontare del solito finto incidente che hanno immediatamente interrotto la telefonata. Ad un’altra anziana signora che vive, sola, nel centro di Acireale, invece, i truffatori hanno direttamente citofonato, tentando la messa in scena del finto incidente ma lei non ha aperto e, consigliatasi con il nipote, si è rivolta al 112 chiedendo correttamente lumi all’operatore della Centrale Operativa della Compagnia dei Carabinieri.A seguire a una anziana signora 79enne di Sant’Agata Li Battiati, che ha capito subito che si trattava di una truffa e quindi ha fatto chiamare i Carabinieri del posto. In questo caso specifico, i militari della Stazione hanno organizzato una vera e propria trappola, facendosi trovare in casa dell’anziana donna, nel momento in cui il truffatore si è presentato per riscuotere il denaro e gioielli. L’uomo, un 30enne della provincia di Napoli, è stato chiaramente arrestato.

Poi è toccato a una donna 72enne di Biancavilla, stessa scena e stessa storiella dell’incidente che aveva coinvolto la nipote della signora. La truffa in questa circostanza è stata scoperta grazie al provvidenziale intervento della figlia dell’anziana, che comprendendo immediatamente che si trattava di una truffa, ha chiamato i Carabinieri del posto, che velocemente intervenuti, hanno subito ricostruito la vicenda e, tramite una fitta e complessa attività di indagine, anche tecnica, sono riusciti a identificare e denunciare un napoletano di 21 anni e la complice 55enne. E così, ad esempio, per una donna di Santa Venerina, che ha subito chiamato il 112 per chiedere consigli. Emblematici, anche due truffe degli specchietti rotti, andate a vuoto, grazie alla scaltrezza delle vittime. I due casi, una a Calatabiano e l’altro ad Acireale, sono molto simi tra loro, infatti la scena è sempre uguale, il truffatore finge la rottura dello specchietto della propria autovettura a causa di un ignaro autista al quale, dopo avergli lanciato un sasso o comunque un oggetto addosso all’auto, per fare il classico rumore come di un impatto, lo insegue e gli addebita la rottura dello specchietto.

In questi due casi però, le vittime hanno subito chiesto l’intervento dei Carabinieri del posto che, dopo una speditiva e serrata attività di indagine hanno individuato e denunciato, nel a Calatabiano un 21enne di Siracusa, mentre ad Acireale un 19enne di Noto. Altra tipologia di truffa, per la quale la Sezione “cyber investigation” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania sta svolgendo delle sofisticate indagini tecniche è quella dell’invio di un sms o messaggi WhatsApp, con il quale viene chiesto alla vittima, spacciandosi per un parente e riferendo di aver smarrito o rotto il cellulare, di essere contattati su un’altra utenza. A questo punto inizia un fitto scambio di messaggi al termine del quale il finto parente chiede alla vittima della truffa l’invio di denaro per l’acquisto di un nuovo telefono. Quindi, “tempi duri” per i truffatori, poiché i Carabinieri, in merito a questo odioso fenomeno, sono costantemente impegnati e disponibili per ogni eventuale chiarimento. Si ricorda che nessuno – Forze dell’Ordine, avvocati o corrieri – può chiedere soldi in contanti o gioielli presso la vostra abitazione. Non fornite mai, per telefono, chat o e-mail, i dati personali o i propri riferimenti bancari. E, nel dubbio, è necessario immediatamente contattare il 112.

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