La consigliera del terza municipalità, dott.ssa Angela Cerri, propone di trasformare il percorso dismesso della Ferrovia Circumetnea, che dallo scorso 15 giugno non percorre più il tratto in superficie dalla stazione Borgo di Catania fino a Paternò per via dell’interramento a scartamento ordinario dell’intera tratta, in pista ciclabile.

Nello specifico la proposta riguarda il tratto che collega la stazione Catania Borgo a quella di Cibali e la mozione è stata presentate in consiglio comunale dai consiglieri Giovanni Barbagallo e Damien Bonaccorsi.

La consigliera Cerri spiega: Esistono finanziamenti europei finalizzati alla realizzazione di piste ciclabili anche nell’ottica di favorire il collegamento tra stazioni della metropolitana e i poli universitari. Il Parlamento Europeo chiede alle città europee di raddoppiare entro il 2030 i km di piste ciclabili e che già le principali città europee, soprattutto quelle a vocazione turistica, Catania non è da meno, sono impegnate nell’applicazione di progetti che vanno in tale direzione. All’interno dei centri abitati è sempre più incentivata la mobilità sostenibile, alternativa alle auto, per questioni di riduzioni delle emissioni inquinanti e per questioni di sicurezza, sostenendo soluzioni di piste ciclo-pedonali in sede separata dalla strada, riducendo al minimo le intersezioni dei flussi pedonali/ciclabili con quelli viari/carrabili. La tratta dismessa verrà restituita al Demanio e il comune potrà così chiederne la concessione d’uso per riqualificarla a scopo di mobilità dolce e a favore dell’urbanistica. Se progettata adeguatamente donerebbe al quartiere e alla città una importante quantità chilometri di pista ciclabile e aree pedonali, rappresentando una linea di attraversamento strategica nella visione della mobilità sostenibile ed integrandosi perfettamente con il tracciato fin qui sviluppato, della metropolitana cittadina. Inoltre, lo sviluppo di questo percorso rappresenterebbe l’elemento di unione fisica e connessione di una notevole quantità di aree, oggi relitti urbanistici scarsamente accessibili, che potrebbero in futuro destinarsi in parte ad aree verdi, andando a costituire un ‘sistema parco’”.

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