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CATANIA – Ha chiesto aiuto alla Polizia di Stato di Catania, ancora in lacrime, dopo aver trovato rifugio in auto per sfuggire alle grinfie del compagno violento. Una donna catanese di 37 anni è stata soccorsa dagli agenti della squadra Volanti, allertati dal personale della Sala Operativa della Questura di Catania che, dopo aver raccolto la richiesta d’intervento, ha costantemente tenuto attivo il contatto con la vittima per tentare di tranquillizzarla, invitandola a rimanere in auto in attesa dell’arrivo della volante.

Il racconto della vittima

Giunti sul posto in pochi istanti, in una via del quartiere San Giorgio, i poliziotti hanno trovato la vittima delle violenze barricata nella sua auto, ancora visibilmente terrorizzata. Dopo averla tranquillizzata, la donna si è confidata con gli agenti, spiegando di essere stata aggredita in casa dal convivente, un 44enne di Acireale, con precedenti in materia di droga. Secondo quanto riferito agli agenti non si sarebbe trattato di un caso isolato, ma di una lunga scia di episodi di violenze e maltrattamenti, culminati con la furibonda lite registrata poco prima nell’abitazione. Proprio la ferocia dell’ultimo caso ha spinto la donna a rivolgersi alla Polizia di Stato per denunciare.

Ai poliziotti la donna ha raccontato di essere stata aggredita dopo aver ribadito all’uomo la volontà di interrompere la relazione sentimentale. Per tutta risposta il 44enne sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe scatenato la sua ira, aggredendola verbalmente e minacciandola di morte. Poi sarebbe passato alle mani, afferrandola a un piede, provocandole la lesione delle dita. Per questa ragione la donna è stata trasportata in ospedale per tutte le cure del caso.

La denuncia

Messa in sicurezza la vittima delle violenze, i poliziotti hanno effettuato un controllo nell’abitazione dove hanno trovato l’uomo ancora in stato di alterazione. Vista la gravità dei fatti, sentito il pubblico ministero di turno, il 44enne è stato denunciato per maltrattamenti e nei suoi confronti è stato disposto l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare con divieto di avvicinamento all’abitazione ed ai luoghi frequentati dalla donna, ferma restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva.

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