Un gravissimo episodio di violenza ha scosso il mondo del calcio giovanile siciliano. Ieri, sabato 5 aprile, un arbitro di soli 19 anni è stato brutalmente aggredito al termine della partita di playoff Under 17 tra la Russo Sebastiano Calcio Riposto e il Pedara, disputata allo stadio Luigi Averna di Torre Archirafi, nel comune di Riposto. La gara per la cronaca è stata vinta dagli ospiti per 1-0 (rete di Papotto)
La situazione è degenerata durante i tempi supplementari dell’incontro. Secondo le prime ricostruzioni, l’arbitro è stato preso di mira da alcuni giocatori e da altre persone presenti sugli spalti, che hanno dato vita a una vera e propria “caccia all’uomo”. Il giovane direttore di gara è stato raggiunto e colpito con calci e pugni, in un clima di crescente violenza che ha coinvolto almeno una trentina di persone, trasformando il campo da gioco in un’arena.
L’intervento dei Carabinieri ha riportato la calma, con le forze dell’ordine che hanno provveduto all’identificazione dei presenti e avviato immediatamente un’indagine per fare luce sull’accaduto e individuare i responsabili di questa inaudita aggressione.
La gravità dell’episodio ha portato a una forte reazione da parte dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). In segno di protesta e di solidarietà nei confronti del collega aggredito, l’AIA ha deciso di oscurare il proprio sito internet. Chiunque tenti di accedere alla pagina principale viene ora reindirizzato a un’immagine simbolica di un bambino che si protegge il volto con le mani, un messaggio eloquente che denuncia la crescente violenza nei confronti dei direttori di gara.
Il giovane arbitro, trasportato in ospedale per accertamenti a seguito delle percosse subite, ha ricevuto fuori dal pronto soccorso il sostegno e la solidarietà di numerosi colleghi associati, giunti per manifestare la propria vicinanza.
Durissime le parole del presidente dell’AIA, Antonio Zappi: “È una situazione ormai inaccettabile. Queste incresciose aggressioni nei confronti dei nostri arbitri, spesso giovanissimi, picchiati da persone che per età potrebbero esserne i genitori solo per un fuorigioco o un rigore, devono essere oggetto di una profonda analisi, anche a livello istituzionale e politico, perché hanno assunto un significato non solo sportivo ma anche sociale che deve essere combattuto con fermezza da tutta la società civile”.
L’episodio di Riposto rappresenta l’ennesimo, grave segnale di un clima di crescente ostilità e violenza che sta minando alla base i valori dello sport e mettendo a rischio l’incolumità di coloro che sono chiamati a garantirne il regolare svolgimento. La ferma condanna da parte dell’AIA e l’avvio delle indagini da parte delle forze dell’ordine sono i primi passi necessari per fare giustizia e per lanciare un segnale chiaro contro ogni forma di violenza nel mondo del calcio.