Una ferita profonda, difficile da rimarginare, lacera il cuore dei tifosi messinesi. Nonostante l’incrollabile sostegno e la passione riversata sugli undici in campo fino all’ultimo istante, la stagione dell’ACR Messina si conclude nel modo più doloroso: con una retrocessione che sa di incubo e che spalanca le porte del dilettantismo.
Il sipario sulla disastrosa annata biancoscudata è calato allo “Zaccheria” di Foggia. Dopo un pareggio a reti bianche nella gara d’andata, i giallorossi si sono arresi di misura (1-0) ai padroni di casa. Ironia della sorte, a siglare la rete decisiva è stato un ex, Emmausso, rendendo la sconfitta ancora più amara. Nella ripresa, il Foggia aveva anche trovato il raddoppio, annullato però dall’intervento del VAR. Sul prosieguo dell’azione, un sussulto per il Messina con la concessione di un calcio di rigore, ma la debole conclusione di Luciani si è infranta sulla parata del portiere avversario, spegnendo definitivamente le residue speranze.
Ma la retrocessione sul campo è solo la punta dell’iceberg di una situazione societaria a dir poco disastrosa. La gestione fallimentare della AAD Invest ha condannato il club a un’annata costellata di ribaltoni, assordanti silenzi e un dilettantismo gestionale che ora si riflette inevitabilmente sul futuro sportivo.
A rendere il quadro ancora più cupo, l’impossibilità di presentare domanda di ripescaggio. Le gravi inadempienze della AAD Invest, la stessa gestione che ha già portato a una penalizzazione di 4 punti in classifica (e ulteriori sanzioni potrebbero incombere nella prossima stagione), precludono di fatto ogni speranza di un rapido ritorno nel calcio professionistico.
La retrocessione certificata apre ora scenari di profonda incertezza per una piazza storica del calcio siciliano, con un passato glorioso e una tifoseria passionale. Il futuro dell’ACR Messina è avvolto da interrogativi inquietanti, e la strada per risalire si preannuncia lunga e tortuosa. L’amarezza e la delusione dei tifosi sono palpabili, mentre si interrogano sul destino di una squadra che, ancora una volta, si ritrova a leccarsi le ferite e a fare i conti con le conseguenze di una gestione scellerata.