Cultura, imprenditoria, azioni fiscali. Quali sono gli strumenti più efficaci per contrastare lo spopolamento dei borghi collinari e montani? Un fenomeno, iniziato con l’emigrazione e proseguito con l’urbanizzazione delle coste, che danneggia anche le aree costiere, spesso sovraffollate e vittime degli eventi naturali collegati al mancato presidio delle montagne. Insomma, “Dopo l’emigrazione, c’è una speranza per le aree montane?” E’ stato questo il titolo e l’interrogativo posto dall’annuale meeting dedicato all’emigrazione, tenutosi giovedì scorso a Limina, presso il Centro Polifunzionale Scaldara. Un evento organizzato dal comune di Limina in collaborazione con Archeoclub Area Jonica Messina, Zone Franche Montane ed Arcipretura di Limina e patrocinato da Regione e Università di Messina.

I lavori, moderati da Filippo Brianni di Archeoclub Area Jonica, sono stati aperti dal sindaco Filippo Ricciardi, il quale ha illustrato le ragioni per cui è stato scelto questo tema e le esigenze dei piccoli borghi montani. Esigenze e prospettive esaminate anche nel dialogo tra Filippo Brianni ed il giornalista madonita Vincenzo Lapunzina, che ha presentato il suo libro “Il cavallo di Troia”, edizioni Lussografica. Un testo che parla “della battaglia di civiltà a favore dell’istituzione di zone franche montane in Sicilia”, attraverso un movimento, guidato proprio da Lapunzina, che per otto anni ha tentato di ottenere una legge non ancora arrivata.
Subito dopo si è parlato di un’esperienza concreta di imprenditoria giovanile avviata a Limina di recente, una cantina vinicola realizzata da Antonio Restifo, che peraltro è anche dottore di ricerca in Storia presso l’Università di Messina. Restifo ha richiamato le difficoltà che si trova un giovane imprenditore ad operare in realtà collinari ed ha auspicato che “il rilancio del territorio passi attraverso un’imprenditoria armonizzata alle vocazioni del territorio, senza snaturarlo”.

Economia, cultura ed emigrazione “di ritorno” sono stati i temi toccati dal Filippo Grasso, docente di Economia del Turismo presso l’Università di Messina e vice presidente di Messina Tourism Bureau, che ha avviato un progetto di “turismo delle radici”. Un concetto di turismo anche esperienziale ed emozionale in cui i borghi, un tempo abbandonati per via dei flussi migratori, possono essere ora essere riscoperti dai figli e nipoti di quegli stessi emigranti, desiderosi di scoprire i luoghi delle proprie radici.

Giuseppe Restifo, già docente di Storia all’Università di Messina, ha poi riannodato le fila con un’espressione emblematica: “E adesso?…”. Una volta sviscerato il problema, “mi chiedo se c’è ancora una speranza per questi territori”. Giuseppe Restifo ha illustrato l’esperienza di Capizzi, per dimostrare come questi territori possano contare sulla propria storia e la propria cultura che li rende unici; ha ritenuto possibile la valorizzazione del concetto di cooperative di comunità contenuto anche nella normativa regionale; ha invocato una sorta di “risarcimento morale” per le comunità montane che mettono a disposizione delle aree urbanizzate il loro capitale umano e di valori; ha rivendicato il “ruolo fondamentale delle montagne in ottica cambiamento climatico” ed ha infine auspicato che gli amministratori abbiano il coraggio di parlare con le proprie comunità per un’apertura organizzata ai migranti visto che “il modello Riace senz’atro per Riace ha funzionato”.

Al termine dell’evento sono stati consegnati attestati di stima ad Antonio Restifo per l’apertura della cantina “Catarussa” ed al dott. Alberto Bernava per il trentennale impegno nella guardia medica di Limina.

DOMENICA ARCHEOCLUB A GALLODORO
Archeoclub si appresta ora ad animare la Notte della Cultura di Gallodoro che avrà luogo domani 11 agosto, alle 21 su organizzazione del comune di Gallodoro e coordinamento di Salvatore Mosca di Archeoclub, in collaborazione con la Parrocchia S. Maria Assunta di Gallodoro, su “Fascismo, una storia contesa”. Saranno sviscerate le tappe storiche che hanno portato alla nascita e consolidamento del fascismo in Italia (Giuseppe Restifo); i luoghi comuni e le interpretazioni sul fascismo (Salvatore Mosca); la condizione femminile durante il fascismo (Milena Privitera); le immagini di quanto accaduto nella riviera jonica (Fabrizio Sergi).
“Un momento per noi molto importante – dice Filippo Brianni di Archeoclub – perché la cultura non deve mai rinunciare a confrontarsi con la storia delle comunità e non deve aver timore né servilismo, nemmeno storico, per niente e nessuno: tutto ciò che fa parte della nostra cultura va capito e studiato”.

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