PALERMO – Alle ore 12 di oggi, l’affluenza in Sicilia per il referendum si è attestata al 4,47%, un dato significativamente inferiore alla media nazionale, che ha raggiunto il 7,40%. L’isola si posiziona così tra le regioni con la partecipazione più bassa, superando in negativo solo la Calabria, che registra un 4,38%.
Analizzando i dati provinciali, emerge una chiara disparità all’interno del territorio siciliano. La provincia di Agrigento si conferma quella con la percentuale di votanti più bassa, fermandosi al 3,23%. Subito dopo, con un dato leggermente superiore, troviamo Caltanissetta, che registra il 3,28%. All’opposto, la provincia di Palermo si distingue per l’affluenza più alta, raggiungendo il 5,09%.
I seggi sono aperti fino alle 23:00 e riapriranno domani dalle 7:00 alle 15:00. L’esito della consultazione dipenderà non solo dall’orientamento del voto, ma anche dal raggiungimento del quorum, fissato al 50% più uno degli aventi diritto.
Quattro dei cinque quesiti referendari, promossi principalmente dalla CGIL, si concentrano sulla disciplina del lavoro, con l’obiettivo di abrogare o modificare alcune norme introdotte dal Jobs Act e altre disposizioni in materia. In particolare, i quesiti riguardano:
- reintegro in caso di licenziamento illegittimo: Si chiede di ripristinare il reintegro nel posto di lavoro per i lavoratori licenziati senza giusta causa, abrogando le norme del Jobs Act che in molti casi prevedono solo un indennizzo economico.
- Tetto massimo all’indennizzo nelle piccole imprese: L’obiettivo è eliminare il limite massimo (attualmente 6 mensilità di stipendio) per l’indennizzo economico in caso di licenziamento senza giusta causa nelle imprese con meno di 15 dipendenti, restituendo al giudice maggiore discrezionalità.
- Obbligo di causale nei contratti a termine: Il quesito mira a reintrodurre l’obbligo di motivazione per l’apposizione del termine ai contratti di lavoro subordinato, anche per periodi inferiori ai 12 mesi, per contrastare la precarietà.
- Responsabilità solidale negli appalti per infortuni sul lavoro: Si propone di ripristinare la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro, estendendola anche ai rischi specifici delle imprese appaltatrici o subappaltatrici, con l’intento di aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il quinto quesito, invece, promosso da forze politiche e associazioni diverse, riguarda la cittadinanza italiana e mira a dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la concessione della cittadinanza.