SANTA TERESA DI RIVA. L’evento punterà a far prendere coscienza della delicata situazione in cui viviamo oggi, alle soglie di un possibile conflitto mondiale che potrebbe scoppiare e che risulterebbe deleterio per tutta la popolazione europea (e non solo), che da 78 anni a questa parte dorme sonni tranquilli. Un dormiveglia in verità, visto che le guerre in Ucraina e in Medioriente stanno sconquassando gli equilibri politici internazionali, incrinandoli seriamente. Con tutto il resto che ne consegue. Si parlerà di questo e di molto altro nel corso della presentazione del libro “La scuola va alla guerra” del noto insegnante e giornalista pacifista Antonio Mazzeo che, domani 28 maggio, alle ore 18, sarà ospite del Palazzo della Cultura di Santa Teresa di Riva in un interessante rendez-vous culturale e sociale nel corso del quale il faro sarà puntato appunto sulle problematiche della militarizzazione nelle scuole, un fenomeno sempre più visibile e soffocante, che rischia di oscurare i contenuti disciplinari tradizionali. Attraverso un’analisi dettagliata, l’autore presenterà casi esemplari che invitano a riflettere sull’importanza di un’educazione alla pace, contraria a ogni forma di guerra, violenza e ingiustizia. L’evento, organizzato dal Comitato per il popolo palestinese della Riviera jonica e dal Comitato Ionico Beni Comuni si propone di stimolare una presa di coscienza, soprattutto tra il personale scolastico, sull’urgenza di promuovere valori di dialogo, diplomazia e risoluzione pacifica dei conflitti. Per questo motivo nel corso dell’evento, durante il quale sarà consegnata anche una targa alla memoria del professore Giuseppe Sturiale, verrà presentato pure un appello alla pace rivolto ai docenti di ogni grado di istruzione proposto dal Comitato Pro Palestina. Quest’ultimo si è reso protagonista nel corso dei mesi scorsi di un’importante attività politica con numerosi sit-in che si sono svolti a Letojanni, Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio Siculo e a Taormina, nel corso del quale è stato ribadito il proprio “no” al genocidio che il Governo israeliano sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese. Una protesta che continuerà ancora finché in Medioriente non ci sarà una distensione.
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