SANTA TERESA DI RIVA. In un tempo in cui la scuola pubblica viene progressivamente svuotata del suo significato sociale e parallelamente indirizzata verso la cultura della guerra, il Circolo di Rifondazione Comunista “Lidia Menapace – Riviera Jonica Messinese” sostiene con forza l’Assemblea pubblica organizzata dal Comitato per il sostegno al popolo palestinese, prevista per martedì 4 novembre presso il Palazzo della Cultura di Santa Teresa di Riva e rivolta a docenti, studenti e cittadine, che si inserisce nel solco delle iniziative promosse in tutta Italia dall’Osservatorio contro la militarizzazione nelle Scuole e nelle Università.
“Come circolo PRC Lidia Menapace – dichiara la segretaria Stefania De Marco – sentiamo il preciso dovere politico, civico e morale di alzare la voce. La scuola non è un servizio da erogare né un’azienda da gestire. È un presidio democratico, uno spazio di emancipazione, di pensiero critico e di costruzione collettiva. E come tale, va difeso. La scuola italiana è stata tradita da decenni di politiche neoliberiste che l’hanno piegata alle logiche del mercato, trasformando il sapere in ‘merce’, il docente in ‘dipendente’, lo studente in ‘capitale umano’. Questa deriva non è neutra: è parte di un disegno ideologico che mira a subordinare l’istruzione agli interessi del profitto, svuotandola della sua funzione sociale. In Sicilia, la questione assume contorni ancora più urgenti: la nostra terra, segnata da precarietà e sottofinanziamento, ha bisogno di una scuola che sia strumento di giustizia sociale, non di esclusione. Ha bisogno di docenti liberi, studenti consapevoli, comunità educanti”.
“A questa mercificazione – continua De Marco – si aggiunge oggi una nuova minaccia: la militarizzazione. Con la legge n. 27 del 1° marzo 2024, il 4 novembre è stato ridefinito come “Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate”, invitando le scuole a celebrare il sacrificio per la patria, con particolare riferimento alla Prima Guerra Mondiale, che fu sostanzialmente un atto di aggressione e una vera e propria carneficina. Queste celebrazioni, in un contesto globale segnato da riarmo e investimenti bellici ai danni del welfare, rischiano di legittimare la guerra e di preparare le nuove generazioni a un mondo di obbedienza e conflitto. Invece, la scuola dovrebbe essere il luogo dove si coltiva la pace, la giustizia e la solidarietà”.
“Non possiamo ignorare il dramma del genocidio in Palestina, né gli scenari inquietanti in Sudan e Congo – conclude la segretaria – si tratta di violenze sistemiche, figlie di un ordine mondiale fondato su logiche coloniali e belliche. La scuola ha il dovere di opporsi a questa narrazione, promuovendo una cultura della nonviolenza, nell’ottica della risoluzione pacifica delle controversie internazionali”.
Per questo il Circolo del Prc dice “no” alla retorica del sacrificio, no alla normalizzazione della guerra, no all’ingresso dell’ideologia militarista nelle aule scolastiche.
“Per questo, oggi più che mai, è necessario costruire alleanze forti tra insegnanti, studenti, famiglie e movimenti -sostiene ancora De Marco -. È necessario riaffermare il valore dei saperi umanistici, dell’autonomia professionale, della cultura della pace. Pace che si costruisce sulla giustizia per tutti i popoli”.
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