SCALETTA ZANCLEA. Una riunione dei sindaci della Riviera Jonica messinese per discutere e per fare chiarezza sulla delibera della Giunta regionale in ordine al punto in cui la stessa dispone il mantenimento dal vecchio tracciato ferroviario e che ha suscitato l’allarme delle amministrazioni coinvolte. Si è tenuta ieri, 30 novembre 2025, al Centro polivalente di Scaletta Zanclea, l’incontro, convocato dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, nel corso del quale sono intervenuti anche il Comitato jonico beni comuni e altre associazioni, da molti mesi impegnati su questa problematica. Un incontro al quale il Comitato non poteva mancare, per ascoltare, per provare a comprendere, per esprimere il loro punto di vista, per palesare le criticità rilevate e che incidono profondamente a livello locale.
“Uno dei principali problemi riscontrati riguarda il denegato accesso ai dati di monitoraggio ambientale raccolti dall’Osservatorio ambientale, l’organismo deputato alla raccolta e all’accesso di tali informazioni – hanno evidenziato i delegati del Comitato -. Diverse associazioni, riconoscendo l’importanza della trasparenza e della partecipazione pubblica, hanno più volte sottolineato la necessità che questi dati vengano resi effettivamente disponibili a tutti i cittadini. La richiesta, avanzata da mesi e reiterata nel tempo, si fonda sull’esigenza di conoscere gli effetti concreti che la realizzazione dell’opera sta avendo sul territorio. Non si tratta di un’opposizione preconcetta all’opera stessa, ma di una volontà di verificare il rispetto delle prescrizioni ambientali, elemento fondamentale per valutare il reale impatto dell’intervento sul contesto territoriale. Risulterebbe infatti paradossale, e quanto meno illogico, sacrificare le risorse della provincia – in termini di integrità territoriale, disponibilità idrica, benessere sociale – ottenendo in cambio un beneficio minimo sul piano della mobilità e subendo invece un significativo danno ambientale e sanitario. La trasparenza sul monitoraggio ambientale è quindi una condizione imprescindibile per garantire che le promesse di sviluppo non si traducano in costi eccessivi per la collettività”.
Un’altra criticità che il Comitato jonico Beni comuni ha evidenziato riguarda l’assenza di una visione strategica per la rifunzionalizzazione dell’attuale tracciato ferroviario. Il rischio, senza una progettazione condivisa e lungimirante, è quello di perdere un’importante occasione per rafforzare il senso di appartenenza a una vasta area metropolitana e migliorare la mobilità interna.
Progettare una destinazione alternativa per il vecchio tracciato – che sarà probabilmente dismesso – rappresenta un’opportunità da non sprecare. “È necessario un coordinamento virtuoso tra le amministrazioni comunali coinvolte, chiamate a superare una visione ristretta per abbracciare una visione di area vasta – hanno ancora dichiarato -. L’obiettivo è quello di delineare soluzioni che, in armonia con le esigenze ambientali e paesaggistiche, garantiscano servizi di trasporto pubblico efficienti e sostenibili, capaci di rispondere alle necessità della popolazione locale (si pensi ad es. agli studenti di scuole superiori che si devono spostare quotidianamente per raggiungere la propria scuola) e di favorire anche lo sviluppo commerciale e turistico. Questa potrebbe essere la vera compensazione rispetto ai disagi – che si spera non si trasformino in disastri – che la collettività sta già subendo e continuerà a subire per la realizzazione della nuova linea ferroviaria”.
E ancora hanno detto: “Non pensare a un collegamento pubblico, stabile e capillare tra i centri urbani della riviera jonica significa condannare questi paesi rivieraschi a una progressiva asfissia sociale ed ambientale. Non è compito di chi solleva queste criticità definire concretamente come mantenere in vita tale collegamento, ma è essenziale affermarne il principio. Saranno poi le competenze tecniche e istituzionali a tradurlo in realtà”.
In tal senso, il Comitato si dice disponibile a partecipare a tavoli tecnici convocati in questa prospettiva strategica.
“Spetta a tutti noi, infine, immaginare una prospettiva di crescita sostenibile per il territorio, intesa anche come un vero e proprio “patto generazionale”. Solo così sarà possibile consegnare alle future generazioni una comunità e un territorio migliori. Infine, ha lasciato tutti noi basiti l’evidenza che in 7 anni (dal 2018, anno in cui si è stato definito il progetto e che più volte è stato menzionato come anno decisivo nel corso dell’incontro) gli amministratori degli enti locali del comprensorio siano rimasti sostanzialmente inerti e solo concentrati sulla prossima scadenza elettorale, disattendendo gravemente al principio di responsabilità nei confronti delle comunità che rappresentano e che è connaturato al loro ruolo di decisori”.
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