MESSINA – Da Welfare State, che si fa carico del cittadino, a Welfare Comunity, dove la comunità e la persona stessa promuovono processi di autodeterminazione: è l’esempio di Messina che ogni giorno assiste 5300 persone. Oltre 1000 accessi annui sui servizi di pronto intervento sociale, 1000 minori beneficiari di attività socio-educative e ludico-ricreative, 200 minori da 0-3 anni in 8 strutture per infanzia e asilo nido, 950 beneficiari di servizi domiciliari, 1700 beneficiari di inclusione socio-educativa e formativa e reinserimento lavorativo, 80 beneficiari del Pronto Soccorso Sociale h24, 776 alunni minori con disabilità con servizio di assistenza scolastica e 1286 studenti trasportati da 39 tra scuolabus e auto, 21 strutture operative e capillari nel territorio comunale: sono alcuni dei numeri “record” registrati da Messina Social City nel 2023.
“Abbiamo radicalmente cambiato volto alla gestione del sociale – spiega la presidente Valeria Asquini – puntando ad un welfare generativo, che possa interagire e collaborare pienamente con tutti gli attori, pubblici e del privato sociale, che a vario titolo intervengono nelle azioni di presa in carico e gestione dell’utenza. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto nello scorso anno e pronti ad affrontare un 2024 in cui ci siamo prefissati una serie di obiettivi da raggiungere, al fine di migliorare e potenziare ulteriormente i servizi sociali offerti alla comunità messinese. Messina Social City si può considerare, senza ombra di dubbio, una realtà, un unicum in Sicilia e nel Sud Italia, la cui costituzione ha rappresentato l’internalizzazione dei servizi realizzando un’azienda speciale sinergica e virtuosa che non ha precedenti, in tal senso, nella maggior parte dei Comuni italiani. Messina deve essere orgogliosa di vantare una struttura che oggi conta più di 1000 risorse umane, di cui 573 a tempo indeterminato, e 159 stabilizzazioni fatte negli ultimi due anni”.
Sono cinque le grandi aree d’intervento dell’ente: 1) “Anziani e percorsi intergenerazionali”, che coinvolge bambini, giovani e anziani con servizi di assistenza domiciliare e territoriale ed educativi, e nuove prospettive formative per la costruzione di modelli di sviluppo sociale, dove al centro dell’attenzione ci sono il dialogo, l’ascolto e il prendersi cura, dove l’incontro aiuta a combattere l’isolamento sociale delle persone anziane e diventa al tempo stesso ricchezza per i giovani; 2) “Minori e famiglie”, che prevede tutela del benessere e della presa in carico in un’ottica di prevenzione del disagio, promozione di buone prassi, sviluppo di relazioni educative positive attraverso Centri Socio Educativi, spazi neutri, assistenza scolastica e progetti di inclusione socio – educativa; 3) “Mobilità sociale”, che vede il welfare di prossimità passare attraverso il trasporto nell’esatto momento in cui questo assume la sua connotazione sociale facendosi garanzia di accesso a servizi tra cui trasporto anziani e persone con disabilità, lo scuolabus, il trasporto ai centri occupazionali e riabilitativi e trasporto alunni con disabilità; 4) “Vulnerabilità” l’area in cui ogni giorno si trattano nuove sfide e alleanze e nuovi percorsi territoriali per affrontare povertà e vulnerabilità sociale con interventi di sistema dal valore relazionale i cui cardini sono la territorialità, un tempo sufficiente per agire, la specificità delle singole persone e soprattutto il lavoro relazionale, oggi rappresenta un’opportunità di crescita per costruire un sistema di welfare comunitario locale; 5) “Infanzia e povertà socio-economico-abitativa” ove le attività svolte sono a garanzia del diritto all’educazione base dell’uguaglianza delle possibilità e che, in quanto tale, deve accompagnare la persona fin dalla nascita e poi verso la realizzazione di reali opportunità di inclusione e benessere, Messina Social City gestisce 8 tra asili nido comunali e servizi integrativi all’infanzia e ha fino ad oggi assegnato 600 tirocini di inclusione sociale e più di 2700 borse di inclusione sociale.
“Il concetto di governance della nostra gestione – prosegue la Asquini – è riferito alla creazione delle condizioni per la costruzione delle regole dell’azione collettiva, all’istituzione di un sistema di gestione ed erogazione dei servizi che si fonda sulla capacità di costruire strutture condivise, “connessioni di senso” finalizzate all’attivazione di dinamiche di partecipazione e negoziazione che siano capaci di indirizzare il comportamento dei singoli verso una finalità comune. Dobbiamo essere in grado di accogliere la complessità e di governarla con processi orizzontali capaci di intervenire personalizzando le risposte al bisogno espresso e dove l’interazione tra tutti gli attori, che a vario titolo intervengono nei processi di erogazione dei servizi, abbia un ruolo dinamico.