TAORMINA. Non si ferma l’attività del Comitato della riviera jonica messinese per il sostegno al popolo palestinese. Domani 12 ottobre, alle ore 10.30, si terrà un sit-in pubblico a Taormina, in piazza IX Aprile, per chiedere libertà e autodeterminazione per il popolo palestinese. «Di fronte alle gravi criticità del piano di pace promosso dall’amministrazione Trump, riteniamo fondamentale sostenere ogni tentativo di dialogo che metta al centro il cessate il fuoco come priorità assoluta – spiegano i promotori – ogni ora che passa, sotto i bombardamenti israeliani, si perdono vite innocenti: donne, bambini, civili. Fermare questa carneficina è urgente. Ma la pace non si esaurisce nel silenzio delle armi. La pace vera nasce dalla giustizia. E la giustizia impone di interrompere le condizioni strutturali di questo genocidio: il colonialismo di insediamento, l’apartheid, l’occupazione. Senza affrontare queste radici, ogni trattativa sarà solo una tregua temporanea. Il rapporto di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu, ha denunciato la responsabilità di settori chiave come l’industria militare, il settore tecnologico, il sistema finanziario e quello accademico, nel finanziare e sostenere questo dramma. La recente operazione Global Sumud Flotilla ha avuto il merito di smascherare la responsabilità dei governi occidentali, mostrando la loro vergognosa ipocrisia. Ora che il bluff è stato svelato, non si potrà più tornare indietro. Il popolo si è risvegliato dal lungo sonno dell’indifferenza. È sceso in piazza, ha alzato la voce, ha “sventolato bandiere”. E i governi, pur facendosi beffa di quelle “bandiere” non hanno potuto ignorarlo».
«Il governo italiano mostra, ancora una volta, tutta la sua meschinità – prosegue il Comitato – le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sono rivelatrici: “Volete attaccare noi, non difendere i palestinesi” e subito si intesta il successo dell’operazione di pace e si dice pronta al business della “ricostruzione” di Gaza. Sì, Giorgia, è vero. Attacchiamo voi, le vostre aziende, le vostre banche, perché siete corresponsabili. Le vostre mani sono sporche di sangue e la storia lo ricorderà. Ora più che mai dobbiamo restare vigili. I palestinesi non hanno bisogno dei nostri consigli: sanno bene cosa fare. Ma è necessario che il popolo della pace, ovunque nel mondo, vigili sulla giustizia e sostenga il popolo palestinese nell’esercitare pienamente la propria libera autodeterminazione. E noi abbiamo bisogno di Gaza, perché se Gaza muore, muore l’umanità tutta».
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