MESSINA. Una due-giorni di confronto sulle Grandi Opere. Ma in modo particolare sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Una struttura che per molti rappresenta una frontiera per lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, ma che per altri resta un’opera da non costruire, visto l’impatto ambientale devastante che avverrebbe in tutto l’area dello Stretto. Sia della Calabria che della Sicilia. Si terrà sabato 23 e domenica 24 marzo, al Forte San Jachiddu, a Messina, l’atteso evento organizzato dal Comitato cittadino “No Ponte”, nel corso del quale ci si confronterà su quello che resta un progetto avveniristico e per molti versi controverso, visto che il Governo nazionale e la Stretto di Messina Spa continuano a ripetere che il 2024 sarà l’anno del Ponte e che nei prossimi mesi verranno aperti i primi cantieri. Si intitola infatti “La città cantiere”, l’evento che si terrà proprio a Messina sabato e domenica, nel corso del quale gli organizzatori porteranno avanti il dibattito tra Ponte Sì e Ponte No, “anche se non c’è alcun dubbio che a fronte di una razionale valutazione nessuno sceglierebbe di impegnare una cifra prossima ai 15 miliardi di euro che un’opera del genere comporterà”, hanno dichiarato in una nota stampa. Dubbi sull’edificabilità, impatto ambientale devastante, irrilevanza dei vantaggi dal punto di vista trasportistico ed enorme costo, tra l’altro a carico dei contribuenti, sono le ragioni che verranno spiegate per l’ennesima volta a coloro i quali vorranno partecipare agli incontri che si terranno sia in mattinata che durante il pomeriggio del prossimo week-end. “Le somme che saranno impegnate per la realizzazione del Ponte dovrebbero esser utilizzate per migliorare le condizioni della rete viaria e ferroviaria – hanno ancora detto gli organizzatori -, ma anche per mitigare i rischi di dissesto idrogeologico e della sismicità delle aree interessate, per potenziare il sistema sanitario e per l’edilizia scolastica”. Un appello che verrà ribadito anche nel corso della due-giorni.
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