Messina – I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito tre misure cautelari uno dei quali è Maurizio Croce, ex candidato a sindaco della città dello stretto per il centrodestra. Vengono contestati una serie di fatti corruttivi concernenti l’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti. A far scaturire l’indagine un controllo disposto dal prefetto di Messina presso il cantiere dei lavori di riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Catarratti – Bisconte e opere varie nel Comune messinese.

Nella nota delle fiamme gialle si legge: “In tale contesto, è emerso il ruolo di una persona, gestore e rappresentante di fatto dell’impresa esecutrice, cui risultava affidato il cantiere. Una persona che, da ulteriori accertamenti, risultava essere già stato indagato per traffico di influenze illecite, aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosi, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro alcuni anni fa. Sulla base di quanto inizialmente emerso, la Guardia di finanza del Gruppo interforze aveva avviato approfondimenti sulla gestione dell’appalto pubblico. Successivamente sono state approfondite le investigazioni, anche di natura tecnica, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Messina. Dalle investigazioni emergeva il coinvolgimento di componenti della stazione appaltante, pubblici ufficiali, in accordi illeciti con il gestore dell’impresa esecutrice dei lavori”.

“Gli accertamenti di polizia giudiziaria – spiegano i finanzieri – hanno consentito di disvelare l’esistenza di un rapporto privilegiato, consolidatosi nel tempo, tra il vertice della struttura commissariale e il rappresentante legale dell’impresa esecutrice dei lavori. Quest’ultimo, infatti, al fine di ottenere una più favorevole e celere gestione delle fasi esecutive dell’appalto, ovvero di garantirsi future commesse pubbliche, in accordo con il vertice della struttura commissariale, prometteva ed erogava utilità varie ai funzionari incaricati di sovrintendere all’opera e, segnatamente, sia al direttore dei lavori che al funzionario incaricato di validare i lavori svolti. Concretamente, le utilità consistevano nell’effettuazione di lavori edili presso abitazioni private risultate nella disponibilità degli stessi funzionari pubblici, per importi complessivi quantificati in circa 80 mila euro. Nonché, nel caso del funzionario impiegato direttamente presso la Struttura commissariale, nel pagamento di tasse universitarie, per un corso di laurea che lo stesso funzionario intendeva frequentare, per un valore di oltre 7 mila euro”.

“Benefici economici sotto forma di finanziamenti, illeciti, della campagna elettorale, per oltre 60 mila euro”

“È stato altresì provato che lo stesso vertice della struttura commissariale, avendo preso parte a una competizione elettorale (Croce si è candidato come sindaco di Messina per il centrodestra, n.d.r.), aveva ricevuto dall’imprenditore, per il tramite di un fidato intermediario, benefici economici sotto forma di finanziamenti, illeciti, della campagna elettorale, per oltre 60 mila euro. In questo senso, al fine di scongiurare il rischio della ricostruzione della provenienza dei finanziamenti, l’imprenditore, attraverso un meccanismo di fatturazione per operazioni inesistenti, solo formalmente intestate alla contabilità dell’appalto pubblico, aveva costituito la provvista finanziaria in capo ai responsabili di ulteriori imprese, con cui aveva ordinari rapporti economici, affidando loro il compito di effettuare i pagamenti a sostegno della campagna elettorale. Da qui la contestazione provvisoria, mossa agli indagati, anche del delitto di illecito finanziamento ai partiti, essendo emerso che i contributi venivano corrisposti senza che degli stessi vi fosse traccia nelle deliberazioni sociali e nei bilanci delle ditte private coinvolte”.

“Ristrutturazioni da 30mila per un intermediario e un rolex da 20mila euro”

“Queste condotte, inoltre, chiarivano la volontà dell’imprenditore di tentare di reperire le risorse utili alla
conclusione degli accordi corruttivi, facendole pesare direttamente e indebitamente sui costi dell’appalto
pubblico, di cui era affidatario. Ancora, si documentava come il rappresentante di fatto della società affidataria dell’appalto avesse acquistato un orologio Rolex Daytona del valore di oltre 20mila euro in favore della persona che intermediava le dazioni illecite a favore della campagna elettorale. Ed effettuava, sempre a beneficio di quest’ultimo, lavori di ristrutturazione presso un noto negozio di abbigliamento di Messina per un valore di oltre 30mila euro”.

Si legge sempre nel comunicato della Guardia di finanza: “Sempre su richiesta del vertice della struttura commissariale, e, in questo specifico caso, con l’intermediazione di un diverso soggetto privato legato da rapporti di fiducia al commissario, la società appaltatrice effettuava importanti lavori di messa in sicurezza presso una rinomata struttura ricettiva privata per un importo di quasi 100 mila euro. In conseguenza dei molteplici illeciti attribuiti al rappresentante legale della società affidataria dell’appalto pubblico, sono stati contestati alla stessa compagine privata gli illeciti di cui al decreto legislativo 231 del 2001 in merito alla responsabilità amministrativa dell’impresa derivante dalla commissione di reati dei propri amministratori o dipendenti”.

“Impedita la truffa dei pali e il finto conferimento della discarica dei rifiuti”

Nel corso delle indagini, inoltre, “una mirata attività di perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica ha impedito la consumazione di due distinte fattispecie di truffa: la prima, la cosiddetta “truffa dei pali”, consistita nel collocare presso il cantiere, sfruttando la difficoltà di rilevare la difformità tra il dato formale/progettuale e quello reale, un numero di pali inferiore rispetto a quello previsto dal progetto (ben 291 pali in meno). Il tutto per ottenere un maggiore e indebito esborso di somme, a suo favore, per un valore di oltre 1.200.000 mila euro”.

Si legge ancora: “La seconda truffa avrebbe dovuto consistere nel simulato conferimento a discarica di rifiuti provenienti dal cantiere Catarratti – Bisconte (terre e rocce da scavo), riguardante, di contro, materiale proveniente da un diverso cantiere gestito dalla società esecutrice dell’appalto pubblico e posto all’interno di un immobile di proprietà di un privato, in modo da consentire all’impresa di richiedere il rimborso a carico della stazione appaltante. E così ottenere, contestualmente, il pagamento dello smaltimento realmente avvenuto anche dal committente privato. Sono in corso di esecuzione, contestualmente, sequestri pari al profitto dei vari reati ascritti agli indagati, per l’importo complessivo pari a oltre 230 mila euro (comprensivi del valore dell’orologio oggetto di indebita regalia)”.

Condividi
Lascia un commento

× Come possiamo aiutarti?
Exit mobile version
P