Dalle prime ore di oggi, su delega di questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania a carico di 41 indagati, 36 dei quali destinatari della misura della custodia cautelare in carcere e 5 di quella degli arresti domiciliari.
Più nello specifico, le persone indicate a seguire sono destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere:
- ARANGIO Sergio (cl. 1992);
- BONVEGNA Salvatore (cl. 1980);
- BUDA Rosetta (cl. 1965);
- CONDORELLI Lucio (cl. 1974);
- CRISAFULLI Filippo (cl. 1962);
- CRISAFULLI Salvatore (cl. 1978);
- CULTRARO Francesco (cl. 1986);
- CULTRARO Salvatore (cl. 1967);
- D’ANTONE Umberto (cl. 1981);
- DI GRAZIA Giovanni Orazio (cl. 1971);
- DI MAGGIO Salvatore (cl. 1984);
- DISTEFANO Giovanni Agatino (cl. 1981);
- DISTEFANO René Salvatore (cl. 1990);
- FERRARA Rocco (cl. 1978);
- GRILLO Francesco (cl. 1983);
- GRILLO Piera (cl. 1989);
- LA ROSA Andrea (cl. 1989);
- LONGO Gabriele Santo (cl. 1999);
- MARINO Salvatore (cl. 1990);
- MAUGERI Francesco (cl. 1989);
- OSCINI Antonino (cl. 1981);
- PROVIDENTI Mario Maurizio (cl. 1974);
- QUERULO Biagio (cl. 1987);
- QUERULO Domenico (cl. 1980);
- RUSSO Jonathan (cl. 1995);
- SCAVONE Cristina (cl. 1979);
- SPAMPINATO Giuseppe (cl. 1989);
- TOMASELLI Giovanni (cl. 1992);
- TOMASELLI Giuseppe (cl. 1976);
- TOMASELLI Nicola (cl. 1976);
- TOMASELLI Salvatore (cl. 1985);
- TOMASELLI Santo (cl. 1952);
- TRUSCA Gheorghe Laurentiu (cl. 1994);
- VALUTO SCIARA Giuseppe (cl. 1975);
- VECCHIO Giovanni (cl. 1998);
- VENUTO Gaetano (cl. 1990).
Le cinque successive sono destinatarie della misura degli arresti domiciliari:
- FIORENTINO Carmela (cl. 1961);
- PALAZZOLO Francesc, (cl. 1974);
- PITTERA Gianluca (cl. 1988);
- TESTA Ignazio (cl. 1964);
- TOMASELLI Francesca Sara (cl. 2000);
Gli indagati sopra menzionati risultano gravemente indiziati, con differenti profili di responsabilità e allo stato degli atti ed in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio con l’intervento delle difese, del delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e dei delitti di detenzione e di cessione di sostanze stupefacenti. Alcuni dei predetti indagati risultano altresì gravemente indiziari in ordine al delitto di associazione di tipo mafioso clan Cappello-Bonaccorsi, nonché dei delitti di detenzione e di porto illegale di armi comuni da sparo.
Il provvedimento restrittivo, emesso sulla base di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite dalla Squadra Mobile – Sezione Antidroga della Questura di Catania, accoglie gli esiti di una complessa ed articolata attività investigativa avviata nel mese di maggio 2020. L’indagine, supportata da presidi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni), ha consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, marijuana e hashish) che, da anni, gestirebbe una grossa “piazza di spaccio” nel rione popolare San Cristoforo, allestita nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, storicamente presidiata da esponenti del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.
Nel corso dell’azione investigativa è stato documentato come le cessioni delle sostanze stupefacenti sarebbero avvenute sia in strada sia all’interno di alcune abitazioni gestite dall’organizzazione e stabilmente dedicate all’attività di spaccio. Sono stati, inoltre, accertati centinaia di episodi di cessione di droga anche tramite l’impiego di agenti sotto copertura appositamente inviati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
In tal modo, le investigazioni hanno permesso di ricostruire il gruppo di pusher che, sotto la direzione dei capi promotori dell’associazione criminale – tra i quali figurerebbero TOMASELLI Nicola, MARINO Salvatore inteso “cià cià” e CULTRARO Francesco – si sarebbero alternati sistematicamente, su vari turni orari nell’arco delle giornata, nell’attività di cessione minuta di cocaina e crack allestita all’interno delle case di spaccio site nelle vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla, che sono da considerarsi punti di smercio delle droghe tra i più importanti dell’intero quartiere San Cristoforo. La “piazza di spaccio” cui si è accennato sarebbe stata rifornita di cocaina attraverso tre distinti canali di approvvigionamento:
– il primo, riconducibile all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedito alla gestione delle “piazze di spaccio” nel rione popolare San Cristoforo, che sarebbe attualmente capeggiata da QUERULO Domenico inteso “Domenico da zà Lina” e che sarebbe composta, tra gli altri, anche da CRISAFULLI Filippo, inteso “Candeggina”, i quali avrebbero agito con la collaborazione di MAUGERI Francesco inteso “Ciccio a pà”, QUERULO Biagio inteso “Gino da zà Lina” e GRILLO Francesco;
– il secondo, riconducibile ad un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi i cui vertici sarebbero rappresentati da FERRARA Rocco e DISTEFANO Giovanni Agatino, inteso “Giuvanneddu cammisa” i quali, nella conduzione delle illecite attività, sarebbero stati collaborati dal fratello di quest’ultimo, DISTEFANO Renè Salvatore;
– il terzo, riconducibile al grossista di cocaina DI GRAZIA Giovanni Orazio, figlio del più noto DI GRAZIA Orazio (cl. ’47, già esponente del clan mafioso Laudani intesi, a loro volta, “mussi ri ficurinia”). In particolare, il predetto, avvalendosi del suo “corriere” TESTA Ignazio, avrebbe rifornito sistematicamente, con svariati chilogrammi di cocaina, la “piazza di spaccio” del “Locu”, recapitandoli al capo-piazza che sarebbe stato individuato in TOMASELLI Nicola.
Nel corso dell’attività di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti (complessivamente, oltre 700 gr. di cocaina e 1 kg di marijuana). Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal G.I.P., dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.
Per le vaste e articolate attività dinamiche sul territorio finalizzate al rintraccio e cattura dei destinatari delle misure cautelari emesse, la Squadra Mobile della Questura di Catania si è avvalsa della collaborazione di omologhi organi investigativi di Siracusa, Agrigento e altre località ed è stata inoltre coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo, agendo sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.
Non è mancata la partecipazione di ulteriore personale della locale Questura e delle sue articolazioni periferiche nonché di unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto Mobile, Polizia Stradale e anche di un elicottero del Reparto Volo. A taluni dei destinatari del provvedimento restrittivo di cui all’odierna operazione antimafia, già ristretti per altra causa, la misura è stata notificata con l’ausilio di personale della Polizia Penitenziaria dei vari Istituti che li ospitano.
Nel complesso – per l’Operazione di Polizia Giudiziaria odierna, convenzionalmente denominata “Locu” – sono stati impiegati circa 300 operatori della Polizia di Stato. Durante la conferenza stampa di oggi nella sede della Questura di Catania è stato sottolineato come ci sia stato un 42esimo indagato che è deceduto, come il valore del denaro sequestrato ammonti a circa 11mila euro e come il giro di affari equivalesse a circa 20mila euro al giorno.