Su delega della Procura della Repubblica di Catania, i Carabinieri della Stazione di Nesima hanno eseguito 2 ordini di carcerazione, emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali nei confronti di Maurizio Chiavetta di 52 anni e di suo figlio Giuseppe di 22 anni, entrambi pregiudicati, per i reati di rapina e tentata estorsione in concorso.

I fatti risalgono al mese di maggio del 2022, quando i due malviventi assalirono un 45enne catanese, che alla guida della sua Fiat Panda percorreva la via Virdimura di Catania. In quel frangente, l’ignaro conducente fu dapprima tamponato dal 22enne che lo seguiva alla guida di un fuoristrada, e una volta costretto a fermarsi, fu assalito sia da quest’ultimo che dal 52enne, intanto sopraggiunto alla guida di un’altra macchina, che senza dargli il tempo di capire su cosa stesse accadendo, lo prese a schiaffi, intimandogli il pagamento della somma di 3mila euro per la restituzione della sua autovettura, che il figlio intanto stava rubando.

Il 45enne denunciò subito il grave accaduto ai Carabinieri della Stazione di Nesima, fornendo dettagli sull’identità dei due malviventi, che già conosceva in quanto, svolgendo la professione di muratore, tempo addietro aveva realizzato alcuni lavori edili a loro favore. Il malcapitato, in sede di denuncia, riferì altresì di aver concordato un appuntamento con i suoi estortori, con i quale aveva organizzato di incontrarsi a Catania in via San Giovanni Battista, proprio per consegnare la somma di 2mila euro per la riconsegna della sua auto. Pertanto, i Carabinieri predisposero in quella stessa serata un servizio di osservazione in modalità discreta, e appena constatata la consegna del denaro da parte della vittima ai due malviventi, giunti a bordo di una Volkswagen Golf e della Fiat Panda rubata, intervennero al fine di interrompere il compimento del reato.

Nella circostanza, i due cercarono di dileguarsi a bordo dell’auto rubata, credendo di poterla fare franca, ma furono chiaramente raggiunti dopo pochi metri. Per loro scattarono, quindi, le manette e furono collocati agli arresti domiciliari. A seguito del provvedimento in questione, i due malviventi sono stati rinchiusi al carcere catanese di Piazza Lanza, dove dovranno scontare la pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione.

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