GIARDINI NAXOS. Una mostra in cui l’argilla è declinata secondo la tecnica giapponese del raku, o – come in questo caso – il semire, impasto ceramico refrattario a grana grossa. Sabato 10 agosto, in occasione della presentazione del catalogo di Stefania Pennacchio “Ecate. La via del desiderio”, il Parco archeologico di Naxos ospita una performance serale di musica, poesia e video art dal titolo “La notte di Ecate”. Si inizia alle 21 al Museo di Naxos dove, alla presenza del curatore della mostra, Angelo Crespi – giornalista e critico d’arte, attualmente direttore della Pinacoteca di Brera a Milano -, la direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano, presenterà il catalogo appena pubblicato. A seguire sarà proiettato un video dedicato al progetto espositivo di Pennacchio realizzato da Giuseppe La Spada, fotografo e video artist. Dalle 22 ci si sposterà lungo il sentiero dell’area archeologica dove è in programma una performance itinerante di poesia e musica sotto le stelle che si concluderà nel cuore dell’antica polis greca di Naxos, davanti all’installazione dell’opera di Pennacchio “La grande trottola di Ecate”. Interverranno: Giuseppe La Spada, fotografo e video artist; Sara Pennacchio, attrice; Antonio Testa, percussionista; Fulvia Toscano, autrice dei testi poetici della performance.

LA MOSTRA

Che sia argilla declinata secondo la tecnica giapponese del raku, o – come in questo caso – il semire, impasto ceramico refrattario a grana grossa, Stefania Pennacchio è un’artista la cui produzione è segnata da una continua sperimentazione: uno stile personale e riconoscibile, declinato con l’uso dell’argilla e del bronzo. “Una cifra estetica che fa appello alla sua intera esistenza mediterranea declinata in una voce decisa e femminile”, spiega Jean Blanchaert, critico d’arte e artista, co-curatore con Philippe Daverio nel 2010 a Berlino della sua mostra “Ananke – Dei ed eroi tra Scilla e Cariddi”, allestita all’Istituto Italiano di Cultura. Mentre Vassilis Vassiliades, curatore della Biennale di Larnaca, (Cipro, 2021) l’ha descritta così: “Quando Stefania Pennacchio tocca l’argilla, ascolta i ricordi della sua terra che con piccole impercettibili vibrazioni riaffiorano in superficie, come la preghiera delle ragazze del tempio, come il richiamo al visitatore sconosciuto (…) Cerca di intervenire il meno possibile. Rimane concentrata sulla vera missione dell’artista che, durante l’atto creativo, sta in realtà rivelando ciò che già esiste”. Per Naxos, Pennacchio ha immaginato un percorso condiviso con i visitatori che, inquadrando i QR Code, potranno interagire con le sei grandi sculture disseminate lungo l’area archeologica. Una di queste, in particolare, rievocherà una tradizione religiosa degli antichi abitanti di Naxos. Sarà infatti collocata proprio all’incrocio di una delle vie principali (la platèia B), della polis, in corrispondenza delle basi quadrangolari in basalto lavico dell’Etna che, forse, erano altari dove ogni giorno – come succede ancora oggi nei centri storici di città e borghi di tutta Italia – i cittadini onoravano le divinità con offerte votive. A spiegare il rituale che attende i visitatori al Parco di Naxos è la stessa Pennacchio, che ha elaborato il progetto con lo psichiatra e psicanalista Andrea Rapisarda: “Lungo il percorso dell’antica polis saranno presenti otto domande, fruibili attraverso la scansione di QRcode e che aiuteranno i visitatori a mettersi in contatto con la fonte personale dei propri desideri”. L’esperienza si concluderà con la scultura “Grande trottola di Ecate” che raccoglierà i desideri di tutti coloro che vorranno lasciarne traccia. Dea che protegge – e dalla quale proteggersi – Ecate era percepita come una divinità misteriosa, al contempo benevola e crudele verso i mortali. Così la descrivono gli studiosi della cultura greca. Una ulteriore sfida per l’artista, come sottolinea il curatore: “Mi ha sempre incuriosito — spiega Angelo Crespi — l’idea che la parola “desiderio” sia etimologicamente affine al termine “disastro”, quasi che la caduta delle stelle fosse nello stesso tempo un momento di anelito ma anche di timore. Ecate è la dea che rappresenta questo duplice sentimento. E non trovo modo migliore, perché un’artista contemporanea attenta qual è Stefania, si confronti con l’archeologia, in un misto di riverenza e di complicità”.

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