In un clima di sereno e fraterno dialogo, ieri l’arcivescovo Giovanni Accolla si è recato al Rettorato dell’Università degli Studi messinese.
Insieme ai sacerdoti che lo hanno accompagnato, è stato accolto dal prorettore vicario prof. Eugenio Cucinotta, dialogando con lui, presenti il direttore generale Francesco Bonanno e una rappresentanza di docenti e del personale amministrativo.
Parole di impegno e di fiducia sul ruolo importante dell’ateneo messinese sono state espresse sia dall’arcivescovo sia dal prorettore vicario, con la consapevolezza della sinergia tra Chiesa e istituzione accademica nella comune vocazione pedagogica. L’arcivescovo ha colto l’occasione per presentare anche il nuovo direttore della pastorale universitaria don Antonino Gugliandolo, auspicando una crescita nell’impegno verso i giovani.
Il dialogo è poi proseguito con gli studenti del dipartimento di giurisprudenza, incontrati nelle loro aule, ai quali mons. Accolla ha voluto rivolgere parole di incoraggiamento per essere “audaci e motivati” nel percorso intrapreso.
Sempre in mattinata l’arcivescovo si è recato a Palazzo Piacentini: un gesto di prossimità e di apertura al dialogo e alla cooperazione che mons. Accolla ha indicato fra le priorità della sua visita pastorale. Ad accoglierlo la dott.ssa Rosanna Casabona, presidente della sezione distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati che ha coordinato l’incontro, dal presidente della Corte d’Appello Luigi Lombardo con il procuratore generale Carlo Caponcello e dal presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Vermiglio. Il presule si è intrattenuto con una nutrita rappresentanza della magistratura e dell’avvocatura messinese; presenti fra gli altri il procuratore della Repubblica facente funzioni Vito Di Giorgio e il presidente del Tribunale di Messina facente funzioni Massimiliano Micali, la presidente della sezione Lavoro Laura Romeo e la presidente della prima Sezione Civile Caterina Mangano.
Giustizia e rispetto della persona, giudizio di Dio che conosce il cuore e giudizio dell’uomo basato sulla sola condotta esterna, sofferenza nel giudicare la vita altrui tra i temi affrontati, mentre è stato ribadito il comune denominatore che unisce: servire il bene comune.