LETOJANNI. Una raccolta di poesie che indaga il mistero della vita e le sue più recondite increspature interiori, al cui interno sono presenti le peculiarità e le caratteristiche di una donna impegnata su più fronti. E poi la famiglia, gli affetti più cari, i dolori, le sofferenze interiori, le cadute e le risalite, i luoghi dell’infanzia ma anche le gioie e le sorprese della vita. C’è questo e molto altro in “Petali e pietre” (Di Nicolò Edizioni), prima fatica letteraria della messinese Daniela Fileti che sarà ospite lunedì 5 agosto, alle ore 21:30, in piazza Giacomo Matteotti, della rassegna letteraria “Letture d’estate”, organizzata dal Circolo di lettura “Bianca Garufi”. Proprio in quest’occasione verrà presentata la raccolta poetica, dalle tinte molto intime che sorprenderà non poco le lettrici e i lettori che amano lanciarsi nelle foreste disincantate della poesia intimistica. Una silloge nella quale Daniela Fileti ha espresso tutto il suo desiderio di impregnare la carta, pubblicando 77 poesie, che ha buttato sul foglio tra il 1978 ad oggi e che in questa edizione presenta in ordine sparso. Pensieri, emozioni, paure, inquietudini, ricordi, suggestioni del momento che hanno attraversato la vita dell’autrice e che lei ha cercato di fermare come scatti fotografici. Il titolo della raccolta, quasi un ossimoro, vuole cogliere la consistenza dei versi, alcuni leggeri e immaginifici, altri più grevi nella loro ossessiva drammaticità. “Finalmente a 63 primavere ho deciso, dopo anni di feroce titubanza, di pubblicarli – ha fatto sapere la poetessa – non per la pretesa di un riconoscimento personale, quanto perché questo lavoro, che mi appartiene, possa rappresentare una sorta di lascito di me stessa che consegno ai miei adorati nipoti e a tutte le persone che mi vogliono bene e che spero continueranno a farlo anche dopo averle lette”. Daniela Fileti, con sorprendente capacità, ha voluto stravolgere la sua normalità quotidiana impegnandosi in qualcosa di rischioso: scrivere poesia. Ed ecco cosa ne è uscito fuori: una silloge che racchiude componimenti primigeni della sua vocazione, ma anche più attuali, nei quali c’è molto lavoro interiore. Un labor limae, di oraziana memoria, che l’autrice è riuscita a mettere in atto grazie alla sua maturità e alla sua sensibilità.
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