SANTA TERESA DI RIVA. Un atto di protesta contro la guerra, scoppiata l’8 ottobre scorso e che sta continuando incessantemente da quel giorno a fare morti su morti in tutto il territorio della Palestina. Sarà questo l’obiettivo del Comitato a sostegno del popolo palestinese della Riviera jonica messinese che, per domenica 25 febbraio prossimo, alle ore 10.30, sta organizzando a Santa Teresa di Riva, in piazza Municipio, un ulteriore sit-in di protesta contro quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza. Un flashmob, successivo a quello già organizzato a Letojanni, nelle scorse settimane, che servirà a ribadire ancora di più il proprio “no” al genocidio che si sta perpetrando ad opera del Governo israelinao nei confronti del popolo palestinese. Nello specifico il comitato sta facendo girare sui social un documento nel quale chiede la fine del genocidio in corso e il cessate il fuoco immediato, richiesto da una risoluzione votata dalla maggior parte dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e bloccato solo dagli USA, riconfermato dall’Assemblea generale, con l’eccezione di pochi Paesi e l’imbarazzante astensione del Governo italiano. Nello stesso documento, si invoca anche l’avvio di un percorso di pace che deve prevedere la nascita di uno Stato di Palestina, lo sgombero degli insediamenti illegali, il rispetto delle risoluzioni ONU e l’avvio di trattative in cui possano intervenire tutti gli Stati interessati. “La pace non è solo il cessate il fuoco, ma è riuscire a immaginare un’umanità che cammina assieme senza differenze di genere, di etnia e di religione – ha dichiarato il gruppo in una nota rilasciata alla stampa -. La pace si costruisce sui diritti di tutte e tutti, sull’uguaglianza, sulla libertà, sulla dignità che ora come ora sono negati ai palestinesi. Quello che occorre è una pace fondata sulla giustizia. E sotto occupazione non c’è né pace né giustizia”. Parole che verranno riprese nel corso del sit-in che, come detto già, è previsto per domenica prossima e alla quale il comitato vorrebbe che partecipasse più gente possibile di ogni colore politico, perché la pace non ha bandiera.

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